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Orsi non intende dimettersi

Il presidente e amministratore delegato di Finmeccanica Giuseppe Orsi non intende dimettersi. Lo ha affermato il suo legale, l´avvocato Ennio Amodio, dopo le indiscrezioni di stampa degli ultimi giorni. Orsi “intende difendersi a tutto tondo e provare l´infondatezza delle accuse”, ha detto l´avvocato Amodio.
 
“C´è un ambiente che sta mirando a far sì che Orsi, pressato da ogni parte, dia le dimissioni e in questo momento io credo che la sua scelta è quella di rimanere, di difendersi a tutto tondo e di provare l´infondatezza delle accuse che gli vengono mosse, in un clima che auspichiamo possa essere più sereno di quello attuale”, ha proseguito l´avvocato Amodio. “In questi giorni Orsi è all´estero per continuare il suo lavoro e all´estero la sua credibilità non è mai venuta meno”, ha aggiunto.
 
“Oggi come oggi tutti questi attacchi gratuiti lo inducono a rimanere”, ha sottolineato il legale di Orsi.
 
“Gli attacchi nei suoi confronti – ha proseguito l´avvocato Amodio – sono ingiustificati, gli atti del procedimento vengono usati come una clava per farlo dimettere, c´è un´intesa tra vari gruppi per eliminarlo dalla scena”.
 
Secondo il legale, a chi gli chiedeva conto del giro di vite del ministro dell´Economia Vittorio Grilli sui vertici di società pubbliche coinvolti in vicende penalmente rilevanti, “la scelta se rimanere o andare via si pone nel momento in cui si chiudono le indagini, ora avremmo elementi probatori poveri”. “Certo – ha aggiunto – la scelta poi spetta al governo”.
 
In merito invece alla questione della presunta tangente da 10 milioni che sarebbe stata pagata alla Lega da Orsi, Amodio ha dichiarato che la vicenda, dopo circa un anno, è “rimasta priva di ogni riscontro” “Non c´è neppure il più piccolo indizio su questa vicenda – ha aggiunto – è passato un anno dalle dichiarazioni di Borgogni e non è stato raccolto niente”.
 
Amodio ha poi fatto un commento sul deposito di alcuni atti riguardanti Finmeccanica nell´inchiesta della Procura di Napoli su Valter Lavitola, che riguarda invece una presunta estorsione ai danni di Silvio Berlusconi. “Ho avuto come avvocato un senso di sgradevole meraviglia, siamo di fronte a qualcosa di assolutamente nuovo nella giustizia penale, siamo di fronte a un processo a due teste”, ha concluso.


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