Potremmo definirlo il rottamatore del potere economico. Luigi Zingales, docente all’università di Chicago, sta girando in lungo e in largo il suo Paese d’origine per presentare il suo nuovo libro “Manifesto capitalista” (Rizzoli, 2012) e la sua ricetta liberista per ripartire. Regalando interviste su interviste a giornali e quotidiani on line. E stoccate ai colpevoli, secondo lui, dei mali dell’Italia. E cioè “tutta l’oligarchia del capitalismo, vecchia, inadeguata, incapace di riformarsi, che va rottamata, insieme al clientelismo che essa ha generato”. Praticamente quasi tutto l’azionariato di Rcs, che gli pubblica il libro, direbbe qualche malevolo osservatore che non alligna di certo a Formiche.net.
L’economista non ha paura e fa nomi e cognomi. La scorsa settimana in un seminario organizzato dalla Banca d’Italia, ha osato addirittura rivolgere critiche esplicite al patriarca dei banchieri italiani, Giovanni Bazoli (“Professore, lei ha detto che la banca deve perseguire interessi generali piuttosto che massimizzare il profitto. Può citare un caso in cui Intesa Sanpaolo ha seguito questa linea?”. E per la serie, fatti una domanda e datti una risposta, visto che il presidente di Intesa ha glissato: “L´esempio lo faccio io: nella vicenda Alitalia, Intesa Sanpaolo è stata consulente del governo per il
salvataggio, compratore dell´Alitalia e creditore di Air One, che Alitalia, salvata da Intesa, ha comprato”.).
Nella lista dei cattivi, riporta Enrico Cisnetto sull’ultimo numero settimanale Il Mondo diretto da Enrico Romagna Manoja, Zingales mette anche i Benetton. Nella tappa padovana di presentazione del libro, li accusa di essere l“esempio peggiore” di come il capitalismo veneto dovrebbe comportarsi perché spostati verso business dove contano i contatti politici. Cisnetto, dalle colonne del settimanale Rcs, consiglia a Zingales di ripensarci perché la storia dei Benetton è la storia di un successo che li ha visti sfondare nel settore dell’abbigliamento e del suo retail per poi investire su aeroporti, autostrade e ristorazione nei luoghi di mobilità. “Che cosa ci sia di male in questo, non riesco a capire”, si domanda l’editorialista ricordando le avversità istituzionali e ministeriali che da Antonio Di Pietro a Giulio Tremonti hanno funestato l’operato imprenditoriale dei Benetton per le incertezze delle regole.
Ora, nella battaglia del prof per sostituire il capitalismo finanziario con un liberismo meritocratico ed etico, bisogna ricordare però Zingales è il promotore insieme con altri intellettuali ed economisti del progetto Fermare il Declino e quindi ha come naturali alleati quegli esponenti del sistema che tanto avversa. Qualche nome?
Di sicuro Luca Cordero di Montezemolo: la sua Italia Futura è in simbiosi politica con Fermare il Declino. Di certo il manager Montezemolo, per le sue capacità e per il suo passato, può ben essere considerato un autorevole perno del capitalismo di relazione italiano. Certo, poi ha anche fondato Ntv (Nuovo trasporto viaggiatori) che fa concorrenza alle Ferrovie dello Stato grazie a quel socio tanto criticato da Zingales. Intesa, attraverso la Banca Imi, è azionista di Ntv.
Ma anche Corrado Passera, già consigliere delegato di Intesa, e ora ministro dello Sviluppo economico, potrebbe ben presto essere un alleato di assoluto rilievo del rassemblement cui sta lavorando Zingales. Ma Zingales lo sa?