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A Londra oltre il Libor si manipola anche il mercato del gas?

Il mercato all’ingrosso del gas naturale britannico, con un fatturato annuo di 330 miliardi di euro, sarebbe stato manipolato regolarmente da alcune delle principali compagnie del settore, analogamente a quanto accaduto nel caso dell’indice bancario Libor: è quanto pubblica il quotidiano britannico The Guardian.

Ad avvertire l’Authority per i Servizi Finanziari della City sarebbe stata la Icis Haren, una delle aziende incaricate di fissare il prezzo di riferimento (benchmark) del gas naturale: avrebbe rilevato dei tentativi di distorsione dei benchmark, importanti perché molti contratti si basano su di essi e anche piccoli aggiustamenti possono significare milioni di euro di perdite o guadagni.   Secondo la fonte la prassi prevalente delle compagnie è quella di fare pressioni sulle aziende che fissano i riferimenti per “correggere” le stime sgradite; le aziende poi non sempre sono in grado di valutare correttamente il mercato e per fissare i benchmark spesso dipendono in modo eccessivo dalle informazioni loro fornite dalle compagnie stesse.

In particolare, i prezzi di riferimento relativi al 28 settembre scorso – data in cui si chiude l’anno finanziario per le compagnie del settore – hanno mostrato una sospetta tendenza al ribasso, nel tentativo forse di far diminuire il benchmark in vista di contratti futuri. Di fatto, il mercato si basa in gran parte su contratti a lungo termine e le transazioni “spot” che illustrano i prezzi correnti sono limitate: tuttavia, la tendenza è quella di legare sempre di più forniture di grandi volumi e a lungo termine ai benchmark stabiliti dalle aziende specializzate.

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