Un anno dopo il rilascio di Gilad Shalit, la vendetta israeliana è arrivata puntuale, ampia e decisa: un missile ha ucciso Ahmed al Jabari, il carceriere del caporale catturato nel 2006, e ha dato il via alla campagna militare Colonna di nuvole, una successione di raid e bombardamenti, che potrebbero spianare la strada a un’invasione di terra, con cui Israele sembra voler fare piazza pulita delle milizie del movimento islamista che detiene il controllo della Striscia.
L’esordio della campagna, dal punto di vista della strategia militare, è stato il migliore che i vertici militari potessero aspettarsi. Ahmed al Jabari, capo delle brigate Ezzedine Al Qasam, il braccio militare di Hamas, è stato centrato da un missile mentre si trovava a bordo di un’auto a Gaza con la sua guardia del corpo. Sono due degli otto morti palestinesi (tra i quali due bambini) in una giornata di raid e bombardamenti mirati. L’esercito israeliano è pronto a un’operazione “di terra”. “Se necessario”, ha riferito un portavoce militare, si sceglierà questa opzione per smantellare le milizie che sparano razzi sulle città israeliane.
Si muove la diplomazia. La Lega araba ha convocato una riunione straordinaria per discutere degli attacchi sferrati da Israele contro la Striscia di Gaza. Il segretario generale Nabil al-Arabi l’ha convocata su richiesta di Mohammed Morsi, presidente dell’Egitto, che ha richiamato in patria l’ambasciatore in Israele, e di Abu Mazen, presidente della Palestina.
Che cosa è successo a Gaza
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