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Così Monti vuole privatizzare la Sanità

Il premier Mario Monti ha le idee chiare sul sistema sanitario. Le dichiarazioni di ieri sulla
sostenibilità del sistema sanitario nazionale non sono state affatto frutto di un’improvvisazione, seguita da un chiarimento, ma celano una precisa strategia del governo.
 
In un articolo sul Sole 24 Ore, il giornalista Roberto Turno che segue da anni il settore spiega quali saranno le prossime mosse del premier: far crescere il settore dei fondi integrativi, raccogliere 2 miliardi di euro dai nuovi ticket con franchigia annessa per fasce di reddito e prevedere nuovi tagli ai Lea. In più, ci sarebbero i risparmi derivanti dalla spending review, che il prossimo anno dovrebbero fruttare 7,9 miliardi di euro. Monti, secondo Turno, non ha torto nel sottolineare le difficoltà del nostro sistema sanitario, dal momento che le proiezioni della Ragioneria generale mostrano una scenario allarmante. Anche un recente rapporto redatto dall’European House-Ambrosetti parla di una spesa sanitaria che nel 2050 destinata a raddoppiare, toccando i 281 miliardi, con un finanziamento pubblico che non potrebbe superare i 210.

Una spesa sanitaria insomma destinata a crescere e che porta pertanto il premier e il ministro della Salute, Renato Balduzzi, a indicare la necessità di trovare altre forme di finanziamento, oltre a quella pubblica. Inoltre, in Italia il settore dei fondi integrativi andrebbe rafforzato, secondo le intenzioni del presidente del Consiglio. Numeri alla mano, il nostro Paese si mostra piuttosto indietro: fra fondi negoziali, casse e mutue gli italiani iscritti sono circa 6,4 milioni, con 10 milioni circa di assistiti.


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