Ripresa la campagna elettorale, dopo la sospensione da lunedì a mercoledì per far fronte all´emergenza Sandy, i sondaggi di opinione indicano il presidente Barack Obama in vantaggio. Ad accusare il passaggio dell´uragano sembra essere stato invece Mitt Romney, che al primo comizio davanti agli elettori di Roanoke, in Virginia, ha puntato sul tema dell´economia, sostenendo che sotto la guida di Obama gli Stati Uniti faranno la fine dell´Italia e della Spagna.
Ma è assumendo la veste presidenziale a capo dell´emergenza che Obama è riuscito a porsi in vantaggio, complice il fatto che l´attività di beneficenza organizzata da Romney a favore delle popolazioni colpite dall´uragano non ha riscosso grande successo. Mentre mercoledì il suo avversario era in New Jersey con il governatore Chris Chistie a valutare come affrontare l´emergenza, Romney era a capo di una raccolta di viveri in scatola.
Le accuse a Romney
L´emittente televisiva Mnsbc non ha perso l´occasione per sminuire il gesto, accusando Romney di non seguire le direttive della Croce Rossa: “Abbiamo controllato con la Croce Rossa e hanno detto che anche se sono sempre grati per le donazioni, non è questo di cui vogliono o hanno bisogno”. Ma le critiche a Romney del canale all news statunitense non sono state apprezzate dai media di stampo repubblicano, con Fox News in cima alla lista, i quali hanno accusato l´emittente di fare propaganda politica anche quando Romney fa volontariato. Sempre su Fox News, si è fatta sentire la voce del repubblicano Chistie. Ma anche in questo caso a guadagnarci è stato Obama, che ha conquistato sentiti ringraziamenti per il ruolo svolto nell´emergenza.
Chi è pro Obama
A cinque giorni dal voto, a favore di Obama si aggiungono anche l´endorsement dell´Economist e del sindaco di New York, Michael Bloomberg.
In un editoriale in uscita con il numero del venerdì, il settimanale britannico ha spiegato di scegliere Obama per la seconda volta perché nei suoi quattro anni di presidenza è riuscito a “fermare tutto prima che la situazione peggiorasse definitivamente”, mentre Romney non sarebbe “adatto all´incarico”.
L’endorsement del sindaco Bloomberg
Anche Bloomberg, che quattro anni fa aveva preferito non schierarsi, ha deciso di orientare il suo voto a favore di Barack Obama, nonostante le critiche espresse in precedenza. Che Sandy possa centrarci qualcosa? “Il nostro clima sta cambiando – ha scritto in un editoriale su Bloomberg View – e al di là del fatto che l´aumento di casi del genere possa esserne o meno una conseguenza, è necessario costringere i leader eletti all´azione”. E per il sindaco di New York, nella scelta tra i due candidati sembra aver pesato molto anche il tema dei valori: “Uno crede che i diritti delle donne debbano essere protetti per le generazioni future, l´altro no; uno riconosce che l´uguaglianza tra diverse tipologie di matrimonio sia coerente con la marcia dell´America verso la libertà, l´altro non lo riconosce; uno vede il cambiamento del clima come un problema urgente che minaccia il nostro pianeta, l´altro non lo vede”. “Voglio che il nostro presidente – ha concluso il sindaco – ponga l´evidenza della scienza e la gestione dei rischi al di sopra dei calcoli elettorali”.
Come la pensa il re del caffè
Sulla scia dei precedenti endorsement, Howard Schultz, Ceo di Starbucks, la grande catena internazionale di caffetteria, in un´intervista a Cnbc ha annunciato di appoggiare la rielezione del presidente Obama.
L´ approvazione di Schultz è sorprendente, scrive Business Insider , data la sua atarassia politica in questo ciclo elettorale. Nel mese di agosto 2011, Schultz aveva chiesto di fermare le donazioni alla campagna finché entrambe le parti non avessero trovato un terreno comune sul Paese.
Per Schultz Obama merita un secondo mandato per come ha gestito l´economia nel Paese e gli affari del mondo. E per Usa Today poco importa che il numero uno dei caffè americani abbia voluto puntualizzare sulle donazioni politiche: “Schultz ha detto alla Cnbc che sarà democratico per tutta la vita e che Obama avrà sempre il suo voto”. Il gesto del Ceo di Starbucks puntava al bene del Paese: “Quello che volevo dal presidente era la capacità di lavorare in Congresso a stretto contatto con i repubblicani per essere in grado di fare le cose al meglio”, ha detto Schultz nell´intervista.