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Altro che green…gli Stati si fanno neri col carbone

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Carbone alla riscossa. L’elemento, che produce la maggior parte dei gas a effetto serra, nei prossimi cinque anni avvicinerà il petrolio come fonte primaria di energia e dovrebbe sorpassarlo nel giro di un decennio. E’ quanto emerge dal recente rapporto dell’Agenzia internazionale dell’energia (Aie), secondo cui “con abbondanti risorse e un’insaziabile domanda di elettricità di mercati emergenti, il carbone ha coperto quasi la metà dell’aumento della domanda globale di energia registrato durante il primo decennio del ventunesimo secolo”.

Questo fenomeno è largamente riconducibile ai nuovi energivori del combustibile fossile, ovvero all’India e alla Cina, ma anche all’Europa dove – secondo l’agenzia che fa riferimento all’Ocse – i Paesi fanno fatica a rinunciarvi nonostante le preoccupazioni ambientali.

Nel suo studio, l’Aie si concentra sull’evoluzione del mercato del carbone nei prossimi cinque anni. In conclusione: nel 2017, l’uso del fossile dovrebbe ammontare a 4,32 miliardi di tonnellate equivalenti di petrolio, contro i 4,4 miliardi di tonnellate attesi per il greggio. La sintesi della stessa Aie è che “il carbone è la Cina. La Cina è il carbone”.

Infatti da solo il gigante asiatico, che inaugura centrali a carbone a getto continuo, ha rappresentato il 46,2% del consumo globale l’anno scorso. Il limite del 50% Pechino dovrebbe toccarlo nel 2014, il che significa che la Cina consumerà da ogni anno più di tutti gli altri Paesi carbone.

L’Ocse tuttavia “prevede che la domanda di carbone aumenterà in tutte le regioni del mondo”, con l’eccezione degli Stati Uniti, dove la corsa al gas scisto ha comportato un crollo del prezzo del gas che, di riflesso, ha reso molto meno competitivo il carbone.

 

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