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Il crack affligge il Brasile

Un’epidemia di crack sta affliggendo il Brasile: dalle grandi metropoli di San Paolo e Rio de Janeiro alle cittadine della foresta amazzonica, il Paese sembra essersi trasformato nella New York e nella Washington degli anni ’80 quando frotte di persone si aggiravano per le strade inalando il fumo dopo aver surriscaldato i famosi cristalli di crack nelle apposite pipette.

Una situazione che ha messo in allarme le autorità, preoccupate anche per l’immagine del Paese in vista dei due appuntamenti sportivi che il Brasile si prepara ad ospitare entro i suoi confini: i mondiali di calcio nel 2014 e le Olimpiadi nel 2016.

Come negli Usa anche qui il fenomeno (si calcola che vi siano un milione di consumatori quotidiani di cocaina da cui si ricava il crack) ha prodotto simili effetti: vite e famiglie distrutte e interi quartieri divenuti inabitabili. “C’è un grande aumento dell’uso di crack in pubblico e la gente, che è costantemente rifornita dai trafficanti, consuma la droga per le strade giorno e notte”, ha dichiarato al Washington Post online, Eloisa Arruda, segretario alla Giustizia dello Stato di San Paolo. Una differenza con quella che fu la realtà americana, è che negli Usa il crack dilagava nelle città in declino e fra le comunità minoritarie mentre in Brasile anche fra la crescente middle class.

Diversa è anche la risposta al problema. Per quanto sia illegale, le autorita brasiliane considerano il problema una questione di salute pubblica la cui soluzione spetta allo Stato che ha un ruolo preponderante nella lotta alle dipendenze. “Non mettiamo la gente in prigione. Abbiamo pene alternative per queste persone perché non crediamo che le carceri siano i posti migliori per loro”, ha dichiarato al Wp Leon Garcia, esperto di salute mentale del ministro della Sanità brasiliano.



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