Una Confindustria del Nord Est? E’ l’idea discussa ieri in un incontro a Mestre tra i rappresentanti degli industriali di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige e contenuta in un documento di tre pagine. Nessuna scissione in vista, comunque.
Si tratterebbe di un coordinamento-laboratorio, che dovrebbe partire tra due-tre mesi, finalizzato alla realizzazione di progetti comuni e sinergie, veicolo per semplificazioni e fusioni per le imprese. Sarebbe un strumento per far fronte alla forte crisi e l’idea di fondo – ha spiegato in un’intervista al Gazzettino, Andrea Tomat, oggi portavoce del progetto e uno dei candidati a diventare coordinatore – sarebbe quella di “varare un coordinamento con i territori per agire su vari livelli: credito, infrastrutture, formazione, internazionalizzazione, lobby, politica”, per permettere alle imprese di raggiungere una “migliore competitività. C’è bisogno di massa critica e di condividere le esperienze”.
All’incontro di ieri erano presenti, oltre a Tomat, i sette presidenti dei territoriali regionali: quelli di Venezia e Padova con i vice, Alessandro Calligaris (Friuli Venezia Giulia), Adriano Luci (Udine), Michelangelo Agrusti (Pordenone), Stefan Pan (Trentino) e Paolo Mazzali (Trento).
Il coordinamento del Triveneto però non sarebbe in contrapposizione con Confindustria nazionale. “Niente di tutto questo – ha assicurato Tomat -. Parliamo solo di un’azione comune su temi chiave”. Non ci sarà “un nuovo soggetto giuridico”. Si tratta infatti solo di una “collaborazione” e non di una fusione. In un periodo così difficile, infatti, “bisogna chiederci se stiamo facendo abbastanza e non restare fermi”.
Sta di fatto che dal Veneto continuano a giungere malumori verso una confederazione vissuta come elefantiaca e poco vicina alle esigenze del territorio. Una richiesta che era giunta anche nel corso dell’ultima campagna per il rinnovo della presidenza della confederazione.