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Democraticagrillo

Beppe Grillo non ha preso affatto bene le polemiche seguite alle sue sedicenti primarie, tra delusioni per il numero dei votanti e dubbi sulla trasparenza del processo. E non ha preso affatto bene neanche questa assurda pretesa di democrazia interna al M5S, che ogni giorno si connota sempre più come un classicissimo partito padronale come da vent’anni se ne sono visti tanti, sai la novità.

Per l’ex comico genovese par di capire che la democrazia vada bene, meglio se “diretta”, quando si tratta di fare le pulci agli altri. E fin qui, direbbero a Roma, so’ boni tutti. Quando però la cosa riguarda lui e il suo cerchio magico non si può. Con la conseguenza che “Se c’è qualcuno che reputa che io non sia democratico, che Casaleggio si tenga i soldi, che io sia disonesto, allora prende e va fuori dalle palle”.

Roba da rimpiangere un altro comico prestato alla politica che aveva, sì, scarse frequentazioni con concetti come democrazia interna e dissenso, ma che almeno prima di mandarti a casa ti lasciava il tempo di urlargli “che fai, mi cacci?”.

 



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