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Ecco le gesta e i misteri di Grillo l’Epuratore

Nelle recenti primarie del Movimento 5 Stelle per decidere i candidati al Parlamento, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio hanno esercitato alla perfezione il loro ruolo di capi supremi: hanno deciso i requisiti dei candidati, con tanto di codice di comportamento degli eletti, la suddivisione delle circoscrizioni e la composizione del corpo elettorale.

Qualche numero
La procedura per le Parlamentarie di 5 Stelle è “un orribile inguacchio, macchinoso e farraginoso, stretto tra preclusioni e vincoli”, ha scritto il sociologo Luigi Manconi dell’Università Iulm di Milano sul Messaggero. In tutto il Paese sono stati 1400 i candidati alle Parlamentarie, 31 le liste presentate suddivise in circoscrizioni regionali, 95mila i voti espressi, che divisi per le tre preferenze da accordare, fanno desumere la presenza di un corpo elettorale (mai precisato da Grillo) di 31.600 persone.

Strane sparizioni
Pare che il potere dei capi si sia abbattuto anche contro i grillini dissidenti. Tre candidati bolognesi, come per magia, sono scomparsi dalle liste. Ivano Mazzacurati, Alessandro Cuppone e Lorenzo Andraghetti, con loro grande sorpresa non hanno trovato il loro nome nell´elenco finale dei 101 candidati. Secondo indiscrezioni sembra che i tre non fossero troppo graditi all´asse Massimo Bugani-Beppe Grillo, il capogruppo in Comune e il leader. A testimoniarlo anche le voci interne al M5S, le quali ricordano che “Cuppone aveva preso le difese dell´esule ferrarese Valentino Tavolazzi; Mazzacurati era entrato in rotta di collisione con Bugani; Andraghetti era stato ‘segnalato´ ai vertici come elemento sgradito da alcune gole profonde vicine a Bugani”.

Corpo elettorale
Il mistero sull’affluenza dei votanti non è stato mai svelato ufficialmente. A primarie concluse un post sul blog di Grillo annunciava la presenza di “95mila voti disponibili”. Sono stati gli stessi lettori del blog a sottolineare nei commenti che le preferenze a disposizione erano tre. Tutto torna: 95.000 diviso 3, uguale 31.667 votanti. 31.667 votanti diviso 1400 uguale 22,7 iscritti per candidato. E visto che è top secret sul numero di votanti, numero di iscritti, numero di voti ricevuti da ciascun candidato i grillini hanno avviato su Facebook un censimento online dei votanti, ottenuto calcolando i voti totali registrati in ciascuna circoscrizione e dividendoli per tre. Dai primi risultati, solo 16mila sarebbero andati alle urne “online”.

Sicurezza e trasparenza
Le Parlamentarie del M5S hanno rappresentato per molti cittadini una grande delusione. Le scarse informazioni disponibili e le modalità di voto che hanno impedito una partecipazione più larga e consapevole, sono state tra le principali critiche rivolte a Grillo. “Avremmo potuto consentire a milioni di cittadini cinque stelle di votare, invece le Parlamentarie stanno assumendo una dimensione parrocchiale”, ha scritto su Facebook Valentino Tavolazzi, il primo escluso dal Movimento. La poca trasparenza delle procedure adottate da Grillo trovano una conferma nella non risposta da parte del leader a 5 Stelle alle “20 domande del web“, postate sulla bacheca dell´espulsa Federica Salsi e diffuse da programmi tv e giornali. Domande che mettono in dubbio la trasparenza della “democrazia diretta” targata Grillo e Casaleggio.

Nel segreto del server
A destare molte perplessità sono state le procedure utilizzate per la messa in opera delle primarie: “Con Parlamentarie fatte in questo modo, senza un software certificato da un esterno, senza controlli di alcun tipo ai seggi, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, nel segreto del server, avrebbero potuto fare, indisturbati, qualsiasi cosa”, hanno scritto Repubblica. “Non dico che i risultati siano stati truccati, ma era sicuramente possibile farlo”, ha dichiarato a Repubblica uno dei maggiori esperti di strategie di Rete italiani. “Per evitare ogni dubbio, il Movimento avrebbe dovuto e potuto affidare a un agente terzo, magari una società di rilevazione statistica come la Doxa, la gestione dei voti e dei conteggi, certificandone la validità attraverso l’utilizzo di una struttura esterna a Casaleggio Associati”, si legge sul quotidiano. Un invito alla trasparenza era giunto dal blog di Gad Lerner: “Grillo & Casaleggio abbiano la bontà di volerne condividere la metodologia. O la considerano un segreto professionale da non concedere alla concorrenza?”, ha scritto il conduttore dell’Infedele.

Fuori i Grillini dissidenti
Il “capo politico” del Movimento 5 Stelle ha annunciato oggi l’espulsione di un consigliere regionale e un consigliere comunale che avevano criticato la sua gestione. “A Federica Salsi e Giovanni Favia è ritirato l’utilizzo del logo del Movimento 5 Stelle”, dice una nota pubblicata su beppegrillo.it. “Li prego di astenersi per il futuro a qualificare la loro azione politica con riferimento al M5S o alla mia figura. Gli auguro di continuare la loro brillante attività di consiglieri”, continua Grillo. Favia è consigliere regionale dell’Emilia Romagna, Salsi siede invece nel consiglio comunale di Bologna. Ad entrambi non sono state perdonate le critiche degli ultimi mesi sull’eccessiva personalizzazione del M5S intorno a Grillo. “Il dissenso non è concepito all’interno del Movimento – commenta Federica Salsi ad Affaritaliani.it. – Paradossalmente i partiti, con tutti i disastri che hanno arrecato a questo Paese, sono più controllabili dai cittadini di quanto lo siano Grillo e Casaleggio”.
“Le opinioni non dovrebbero essere mai cassate. E se in un movimento qualcuno viene cacciato, allora significa che quel movimento non è altro che una dittatura. Forza ragazzi. Io sono sempre per difendere la libertà di espressione”, sottolinea un utente (Daniele Húrin Malossi) sul profilo Facebook “Solo 5 Stelle”, creato per riportare il partito “ai suoi valori originari”, come spiega Serenella Spalla, una delle persone che ne fanno parte.

Le critiche alla svolta verticistica del Movimento
Che fine ha fatto la democrazia diretta targata Grillo-Casaleggio?
“Il M5S. Nato dal basso, professa il credo della democraticità della rete. Collasserà su se stesso per la svolta verticistica di Grillo”, ha scritto il blogger Antonio Lupetti su Twitter (@Woork).
“Parlamentarie e i loro limiti. Grillo e la sua poca democraticità, una finta anti-politica, insomma. Tanto fumo e poco arrosto”, si legge sul profilo de La Retrovia, il movimento dei delusi del centrodestra (‏@LaRetrovia).
Il M5s “da sogno di vera democrazia egualitaria è diventato un mostro autoritario a due teste dove chi dissente viene lapidato mediaticamente”, ha commentato sul profilo di Tavolazzi Edoardo Gimigliano, un avvocato di Avellino.

 

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