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L’Fbi scortica Occupy Wall Street

“Attività criminale” e “terrorismo domestico”: sono questi i termini che l’Fbi avrebbe utilizzato per riferirsi a Occupy Wall Steet, la protesta degli indignati partita da New York nel settembre 2011 e diffusasi nei mesi seguenti per tutto il Paese, da San Francisco, in California, ad Anchorage, in Alaska.

L’Agenzia federale di investigazione, che lo scorso anno ha dispiegato forze a livello nazionale per monitorare l’attività dei protestanti, avrebbe usato i controversi termini in alcuni documenti interni.

A farlo sapere è la Partnership for Civil Justice, un’organizzazione non profit che si batte per i diritti civili e che è riuscita a farsi consegnare le carte appellandosi a una legge federale per la libertà di informazione, la Freedom of Information Act Request.

Secondo i documenti, di cui parla l’Huffington Post, nel corso delle indagini l’Fbi avrebbe collaborato strettamente con le banche americane e le società private entrate nel mirino dei protestanti.



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