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Finanza in crisi? Mica tanto. Guardate quanto crescerà quella islamica

Un dato è certo: la finanza islamica cresce a un ritmo molto elevato e l’obiettivo per il 2013 è di aumentare investimenti del 10%. L’auspicio arriva direttamente dal presidente della Banca di Sviluppo Islamica, Ahmad Mohamed Ali, durante l’ottavo World Islamic Economic Forum che si è svolto a Johor Bahru, in Malesia.

“Il nostro piano è di crescere del 10% per il prossimo anno. Abbiamo relazioni con i Paesi dell’Eurozona e stiamo collaborando con le banche dei Paesi europei e anche dell’Italia”. “Pensiamo che la finanza islamica rappresenti un aiuto e un contributo prezioso per i sistemi bancari mondiali e come strumento per uscire dalla crisi economica in cui versano diversi Paesi”.

Oltre 1.500 delegati provenienti da tutto il mondo, il gotha della finanza islamica e non, hanno preso parte al Forum aperto dal primo ministro della Malesia, Najib Tun Abdul Razak, che ha chiesto ai Paesi islamici di aprirsi con coraggio all’innovazione per andare incontro alle necessità dei giovani.

La finanza islamica è basata su alcune interpretazioni del Corano. I suoi due pilastri centrali consistono nel fatto che non si possono ottenere interessi sui prestiti e che bisogna effettuare investimenti socialmente responsabili. Da quando sono nate le banche islamiche sono cresciute a un tasso annuo del 15% e il loro giro d’affari attuale è pari all’1 per centro del mercato finanziario globale. Si parla di circa 750 miliardi di dollari, ma secondo le previsioni alla fine del 2015 potranno arrivare fino a 2.800 miliardi.



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