L’anno sta finendo e la legislatura pure. Lo sanno bene i senatori Legnini, De Angelis e Tancredi, che con un bel colpo di coda hanno fatto passare in Commissione Bilancio un emendamento alla legge di stabilità che estende il vecchio e generosissimo meccanismo di incentivazione (il c.d. Quarto conto energia), nonostante sia già stato approvato quello nuovo (il c.d. Quinto conto energia).
La vittima designata era inizialmente il tetto di 6,7 miliardi annui di sussidi imposto dal nuovo meccanismo: non essendo riusciti ad aggirarlo, i proponenti hanno ripiegato sulla spartizione di quel che c’è. E così, alcuni fortunati potranno godere delle vecchie condizioni anche per il 2013, mentre tutti gli altri si divideranno quel che resta, facendo i conti con i nuovi meccanismi di incentivazione (meno generosi e più attenti all’innovazione, per la gioia del contribuente).
A riceve il regalo di Natale saranno gli operatori che riusciranno a costruire impianti su edifici o terreni delle Amministrazioni pubbliche (per nomi e cognomi, fate vobis). Si tratta di diverse centinaia di milioni, di cui potranno beneficiare per venti anni: non male, per un Natale di recessione.
ps: L’episodio fa gridare allo scandalo, ma il problema è strutturale. Fare una politica energetica, con orizzonti temporali decennali, mal si coniuga con l’assenza di indirizzo politico e con lo spirito di assalto alla diligenza che permea il nostro Legislatore. Aspettiamo al varco la prossima legislatura, con molta (poca) speranza.