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La guerra dei due Egitto

Islamisti e liberali hanno lanciato un appello per manifestare domani in Egitto. I primi sostengono il referendum costituzionale previsto sabato; gli altri reclamano il suo annullamento. Ma chi sono le due coalizioni al centro della più grave crisi politica del post-Mubarak?

Il Fronte di salute nazionale (Fsn), guidato dal premio Nobel per la pace Mohamed ElBaradei, è stato formato qualche ora dopo l’annuncio del capo dello Stato Mohamed Morsi del decreto con il quale si attribuiva poteri eccezionali al termine di una riunione d’urgenza presso la sede del partito liberale Al Wafd.   Le sue figure di punta sono ElBaradei, ex capo dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica (Aiea), Amr Mussa e l’ex numero uno della Lega araba e Hamdeen Sabbahi, che era arrivato terzo alle presidenziali di maggio-giugno con 4,8 milioni di voti.

Il Fsn raggruppa partiti, gruppi e personalità prevalentemente di tendenza liberale, laica, e di sinistra. Fra i membri dell’Fsn figurano il partito Al Wafd, il movimento della Corrente popolare di Sabbahi (nazionalista di sinistra), il Partito egiziano social-democratico di Mohamed Abul Ghar e il Partito degli Egiziani liberi, fondato dal miliardario copto Naguib Sawiris. Anche personalità come il costruttore Sameh Ashur e l’oppositore di lunga data George Ishaq, oltre al movimento del 6-Aprile, che conta giovani che hanno contribuito a lanciare la rivolta contro Hosni Mubarak l’anno scorso, sono entrati nella nuova coalizione.   Per l’opposizione il progetto di Costituzione apre la via ad una islamizzazione della legislazione e manca di garanzie per le libertà fondamentali. Molti auspicano che la coalizione rimanda in piedi, con o senza referendum, per delle prossime elezioni.

 Fratelli musulmani egiziani
La potente confraternita dei Fratelli musulmani, il Partito della libertà e della giustizia (Plj), sono i pesi massimi di questa coalizione che vuole che il referendum si svolga come da programma e che si voti “sì”. Dopo essere stati a lungo mantenuti nell’illegalità, i Fratelli musulmani sono oggi la principale forza politica del Paese e dispongono di una rete di svariate centinaia di migliaia di militanti. Il Plj aveva vinto circa la metà dei seggi in Parlamento alle ultime elezioni legislative e i salafiti (fondamentalisti musulmani) circa un quarto. La coalizione ha già cominciato a fare campagna per il “si”, distribuendo dei prospetti in cui si afferma che la Costituzione è “un passo avanti verso la stabilità”.

La commissione che ha redatto il progetto di legge fondamentale adottato di recente e in tutta fretta era dominata dagli islamisti. La coalizione comprende i partiti salafiti Al Nur, Al Assala e Al Islah, che hanno fatto di una applicazione più ampia della Sharia il loro cavallo di battaglia. Anche la Gamaa Islamiya, gruppo islamista ultraconservatore che fu con la Jihad islamica all’origine di una ondata di attentati negli anni ’90 prima di rinunciare alla violenza, fa parte della coalizione.



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