Per Beppe Grillo le Parlamentarie sono state un successo. Nel video trasmesso sul suo blog, il fondatore del Movimento 5 Stelle tesse le lodi della sua iniziativa elettorale per stilare le liste dei candidati per il Parlamento italiano cui hanno preso parte 95 mila iscritti al suo blog e aventi rigorosamente i requisiti da lui richiesti. Ma soprattutto Grillo è orgoglioso del “costo zero” delle consultazioni e di rappresentare “il primo movimento o partito politico nel mondo a eleggere i suoi rappresentanti in Parlamento attraverso Internet, questo mentre in Italia non esiste neppure il voto di preferenza”.
La malinconica utopia della Rete
Ma nei linguaggi, nelle paranoie, nelle frustrazioni, nelle patologie, nelle aspettative dei candidati del Movimento 5 Stelle il sociologo Luigi Manconi dell’Università Iulm di Milano intravede una parte dell´Italia non insignificante: “Una sorta di foto collettiva con l´autoscatto, un autoritratto sociale che non deve essere ignorato né disprezzato”, scrive Manconi sul Messaggero di oggi. E la ‘sfortuna´ di Grillo per il sociologo è stata proprio quella di essersi scontrato parallelamente con “l´ottimo risultato offerto dalla politica tradizionale, ancorché rinnovata, come si è espressa con le primarie del centro sinistra”. Per Manconi “il confronto tra i due modelli si è rivelato impietoso”, mostrando “tutta la miseria” della politica online grillina. Il risultato? La procedura per le Parlamentarie di 5 Stelle – continua il sociologo – è un orribile inguacchio, macchinoso e farraginoso, stretto tra preclusioni e vincoli”. Quello che si voleva presentare come radicalmente nuovo è stato così sconfitto da “milioni di persone che fanno la fila ai seggi, e per due domeniche consecutive danno sostanza, e muscoli e cuore, alla politica, la rimettono sulle gambe di persone in carne e ossa”, ha scritto l´esperto di politica. Per Manconi, tecnologie a parte, non si può fare a meno della relazione faccia a faccia, pubblica e collettiva con i cittadini: “Immaginare di sostituirla con la Rete, attraverso un clic sulla tastiera, in una dimensione di inevitabile solitudine è solo una malinconica utopia”.
Il Grillo controllore
“Viva la democrazia! Viva la partecipazione! Vaffa… i capipopolo demagoghi!”, ha ironizzato il conduttore dell´Infedele, Gad Lerner, sul suo blog. Non tralasciando il buono esperimento di consultazione online delle Parlamentarie, Lerner spera che adesso “Grillo & Casaleggio abbiano la bontà di volerne condividere la metodologia. O la considerano un segreto professionale da non concedere alla concorrenza? Di più non ci si potrebbe aspettare da un partito personale che il suo capo continua a dirigere in veste di proprietario, affermando i diritti del copyright attraverso lettere raccomandate del suo avvocato”. Il giornalista di La7 non glissa nemmeno sul ruolo assegnato ai candidati: “A costoro il M5S assegna un compito marginale, non certo di leadership. Beppe Grillo ha sistemato le cose con buon anticipo e una dose di rissosità inferiore a quella che si verifica di solito fra i concorrenti. Ora si compiace e precisa che lui sarà sempre lì a fare il controllore. Dunque: capo politico (come prescrive la legge elettorale vigente) e controllore”.
Grillo come Berlusconi
Per finire un monito ai seguaci di Grillo: “Al #M5S. Beppe Grillo vi ha manipolati come Berlusconi. Con il Web, anziché con le televisioni. Facendovi credere che la rete sia migliore”, ha scritto il blogger Antonio Lupetti (@Woork).