Il sostituto procuratore generale di Milano Laura Bertolè Viale ha chiesto ai giudici della prima corte d’appello di Milano di confermare la condanna a 6 mesi per violazione della privacy a carico di 3 dirigenti di Google in relazione all’immissione nella rete di un video con disabile deriso e picchiato dai suoi compagni in una scuola di Torino.
Il pg ha rincarato la dose a livello di motivazione rispetto alla sentenza di primo grado quando il giudice Oscar Magi aveva condannato “per carenza e inefficace informazione sul trattamento dei dati”. Per il pg invece i dirigenti di Google “erano in grado di impedire l’immissione del video, avevano i sistemi di controllo adatti da anni ma non lo fecero”. Secondo la rappresentante dell’accusa i tre agirono a fini di lucro.
I controlli preventivi su Internet sono impossibili. E’ invece la tesi dell’avvocato Giulia Bongiorno che ha chiesto l’assoluzione al processo d’appello per i tre dirigenti di Google. L’avvocato Bongiorno poi in riferimento alla motivazione della sentenza di primo grado che aveva decretato 3 condanne a 6 mesi ha spiegato: “L’obbligo di informazione sul trattamento di dati riservati non esiste nel nostro ordinamento”. Bongiorno ha sottolineato inoltre: “Come è emerso chiaramente dalle indagini della polizia giudiziaria non vi era alcun messaggio pubblicitario connesso a Google Video e pertanto Google non ha tratto alcun profitto da questo o altri video”.
La sentenza sarà emessa dalla prima corte d’appello il 21 dicembre prossimo.