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Il Pentagono non rinnova il contratto con l’italiana Alenia

Il Pentagono ha deciso di non rinnovare il contratto in scadenza a marzo con Alenia Aermacchi, del gruppo Finmeccanica, per la manutenzione e l’assistenza di 20 aerei da trasporto in dotazione all’aviazione afgana. Stando a quanto riportato oggi dal Wall Street Journal, la decisione del Dipartimento della Difesa sarebbe conseguente alla mancata consegna da parte di Alenia di un numero sufficiente di velivoli in grado di volare.

“Questa decisione è stata adottata dopo i falliti tentativi del contractor di garantire un numero sufficiente di velivoli pienamente operativi che avrebbe garantito un’effettiva capacità di trasporto aereo all’Aviazione afgana – si legge nella dichiarazione inviata il 18 dicembre scorso dal portavoce delle Forza Aerea Usa, Ed Gulick – sebbene la Forza aerea assistita da Alenia durante tutto il programma abbia avuto successo, Alenia non ha mai soddisfatto le principali richieste contrattuali”.

Nocciolo della questione è una flotta di aerei cargo C-27A, precisa oggi il Wsj, “ricostruiti a spese dei contribuenti americani” e consegnati alle forze afgane. Gli aerei, che nelle intenzioni avrebbero dovuto fungere da cargo e trasporto passeggeri per l’esercito afgano, sono rimasti a terra per diversi mesi durante il 2012 per mancanza di manutenzione e pezzi di ricambio.

Gulick ha precisato al quotidiano Usa che l’aviazione Usa e Alenia sospenderanno le operazioni di volo in Afghanistan dei C-27A, decidendo quindi cosa farne della flotta e delle parti di ricambio prima di chiudere il contratto.

Da parte sua, un rappresentante di Alenia ha dichiarato al Wsj che l’azienda non ha ancora ricevuto alcuna informazione a riguardo. La fonte ha quindi riferito di miglioramenti apportati al programma negli ultimi mesi, che hanno reso disponibili 16 dei 20 aerei, con una media dagli otto ai 10 aeromobili disponibili ogni giorno. “Sorprende che la decisione sia stata presa ora che il piano stava per essere reso pienamente operativo”, ha aggiunto la fonte.

Secondo il Wsj, la vicenda evidenzia le difficoltà della coalizione internazionale a lasciare al Paese forze militari capaci di garantire la sicurezza una volta ritirate le truppe Nato. I soldati afgani dipendono ancora dalla forza aerea Usa e Nato per lanciare attacchi contro i ribelli, condurre operazioni di monitoraggio e trasportare i feriti. Secondo fonti Usa e afgane interpellate dal quotidiano, le forze armate di Kabul non avranno un’Aviazione indipendente e pienamente operativa prima del 2017.


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