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Perché Obama sul Fiscal Cliff snobba i Repubblicani

Continua il braccio di ferro tra Casa Bianca e Repubblicani in tema di fiscal cliff, il precipizio fiscale in cui l’economia americana potrebbe cadere dal primo gennaio prossimo con l’aumento delle tasse e la contemporanea entrata in vigore di tagli alla spesa.

La Casa Bianca ha infatti respinto al mittente la lettera con cui ieri i repubblicani avevano presentato il loro piano definendolo “non bilanciato”. Come spiegato da Dan Pfeiffer, direttore della comunicazione alla Casa Bianca, la controposta “di fatto promette di abbassare le tasse ai più abbienti e lascia il conto da pagare alla classe media”. Nella nota Pfeiffer ha aggiunto che “il piano non include nulla di nuovo e non fornisce alcun dettaglio su quali deduzioni verrebbero eliminate, quali scorciatoie vebbero chiuse e quali risparmi sul Medicare [il programma federale che garantisce accesso all’assicurazione sanitaria per gli ultra 65enni] sarebbero capaci di ottenere”.

Pfeiffer ha ribadito l’apertura del presidente americano Barack Obama al compromesso ma ha anche aggiunto che Obama non “intende rinunciare ai principi di correttezza e bilanciamento che implicano il pagamento di più tasse da parte dei più ricchi”.

La linea dura dell’amministrazione Obama, ribadita dal segretario al Tesoro Timothy Geithner durante cinque talk show domenica scorsa, è così confermata: “fino a quando i Repubblicani non dimostreranno serietà nel chiedere ai più abbienti di pagare tasse più alte, non saremo in grado di raggiungere un approccio significativo e bilanciato per la riduzione del nostro deficit, di cui la nostra Nazione ha bisogno”, ha concluso Pfeiffer.

Le trattative hanno raggiunto un impasse la settimana scorsa quando i Repubblicani avevano rigettato il piano targato Obama e basato su una combinazione di 1.600 miliardi di dollari in aumnenti nell’imposizione fiscale, 50 miliardi in spese per infrastrutture nel 2013 e l’innalzamento del tetto al debito federale.

Con l’inizio della settimana nuova Obama ha rigettato la controproposta Repubblicana, che non prevede un aumento delle tasse per chi guadagna oltre 250.000 dollari all’anno, come invece vorrebbe l’ammistrazione statunitense al governo. Il piano include 800 miliardi di dollari di entrate (la metà di quanto proposto da Obama), tagli al deficit per 4.600 miliardi di dollari in 10 anni, 600 miliardi di dollari in risparmi sul Medicare e altri programmi sanitari (più di quanto suggerito da Obama), oltre a una modifica di come vengono calcolati gli incrementi del costo della vita nel Social Security, la previdenza sociale.



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