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Perché in America le scuole cattoliche scricchiolano

“L’educazione parrocchiale cattolica è in crisi” negli Stati Uniti. Inizia così un editoriale pubblicato sul New York Times, secondo cui “la chiusura di scuole elementari e medie è diventato un rito annuale nel nord-est e nella parte centro-occidentale degli Stati Uniti, aree dove hanno sede due terzi degli istituti cattolici di tutto il Paese”. Le scuole superiori di stampo cattolico “resistono”, precisa il quotidiano, che però avverte: “Il loro futuro nel lungo termine è a rischio”.

La spiegazione di tale crisi, sostengono gli autori dell’editoriale (Patrick J. McCloskey e Joseph Claude Harris), “non è la mancanza di studenti”. Quasi il 30% delle scuole cattoliche hanno infatti liste di attesa.

Per il NYT, il principale motivo è finanziario: “La Chiesa non è stata capace di dare priorità all’educazione”. Nonostante gli scandali di abusi sessuali e due recessioni, i ricavi della Chiesa sono cresciuti ma i contributi all’educazione parrocchiale sono precipitati. Secondo il quotidiano, “la Chiesa dovrebbe modificare il modo in cui spende e in cui gestisce campagne di raccolta fondi”. “Invece di approcciare donatori nel modo meno efficace possibile, educatori, pastori e prelati dovrebbero proporre nuove iniziative (con l’aiuto di siti Internet come Kickstarter) e nuove scuole”.

Gli autori dell’editoriale non mancano di bacchettare la Chiesa stessa: “I vescovi predicano giustizia sociale ma falliscono nel non praticarla dentro la Chiesa stessa”. L’accusa è che le diocesi più ricche non aiutano quelle più povere.

Un altro problema individuato dal NYT sta nel personale. “Una volta un pastore e due preti assistenti erano responsabili delle faccende religiose mentre le suore si occupavano delle scuole parrocchiali. Adesso c’è solo un pastore senza esperienza a occuparsi dell’amministrazione della parrocchia e della scuola”.

Una soluzione, sostiene l’editoriale, sta nel diaconi, una figura del clero con meno poteri rispetto a un prete. “Molti di loro hanno una competenza professionale, manageriale e imprenditoriale valida che potrebbe rivitalizzare l’educazione parrocchiale”. Se a loro fosse dato più potere per eseguire sacramenti e gestire parrocchie, conclude il quotidiano newyorchese, “un sacerdozio dove è consentito il matrimonio diventerebbe un fatto compiuto.
Il celibato dovrebbe essere un sacrificio offerto liberamente e non una scusa per un suicidio istituzionale”.

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