Lega calcio sempre più spaccata e divisa, dopo la riconferma di Maurizio Beretta a presidente della Confindustria del calcio tricolore.
Juve, Inter, Fiorentina e A.s. Roma si sono opposte a questa scelta, ma alla fine l’attuale direttore comunicazione di Unicredit ha raccolto i 14 consensi che servivano per ottenere la riconferma.
Beretta, tra l’altro, si era reso dimissionario nell’ultimo anno e mezzo, poi all’improvviso, dopo l’uscita di Andrea Abodi, si è ripresentato confermando la tesi di molti, che l’unico voto conquistato nella prima votazione di Lega (più di due settimane fa) fosse solo un modo per allontanare l’attenzione su di sè e la candidatura alla poltrona della Lega.
Insomma si è cercato di cambiare un mondo immutato e immutabile da tempo, ma ancora una volta hanno vinto determinate logiche di lobbying. Per modificare questo status quo serve un cambiamento delle modalità di voto per l’elezione del presidente. Bando alla maggioranza qualificata, che con un opportuno gioco di veti incrociati, blocca qualsiasi novità e infatti alla fine ha vinto Beretta, che, continua a mantenere tra l’altro il doppio incarico: presidente di Lega e direttore comunicazione Unicredit (a sua volta la 40% nel capitale dell’attuale A.s. Roma). Ma questa è un’altra storia.
Beretta in sella alla Lega: tutto tutto…niente niente
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