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La diatriba fra Obama e la lobby delle armi

La più potente lobby americana pro-armi si dice “insoddisfatta” e intende mettere i bastoni tra le ruote dell’amministrazione Obama, impegnata nella definizione di soluzioni volte a cercare di limitare il più possibile tragedie dovute all’uso improprio di armi. Lo ha detto chiaro e tondo la National rifle association alla fine dell’incontro di ieri pomeriggio (la notte italiana) con il vice presidente Joe Biden, chiamato a capitanare una commissione di esperti che entro martedì prossimo recapiterà sul tavolo del presidente Barack Obama le possibili soluzioni sul controllo delle armi.

La lobby ha spiegato in una nota di essersi presentata all’appuntamento con l’intento di avere “una conversazione significativa sulla sicurezza nelle scuole, su questioni di salute mentale, sulle iniziative di marketing che promuovono violenza tra i più piccoli [il riferimento, ancora una volta, è a Hollywood e ai videogiochi] e sul collasso delle autorità federali nel perseguire criminali violenti”. Invece – ha sostenuto la Nra – si è parlato principalmente delle restrizioni che potrebbero presto cadere sui possessori di armi.

“Siamo stati delusi di quanto poco questo incontro si sia concentrato sulla protezione dei nostri bambini e di quanto invece abbia attaccato il Secondo emendamento [della Costituzione americana, che garantisce il diritto di possedere armi]”, ha comunicato la Nra. La lobby ha definito “soluzioni fallimentari” le proposte a cui Biden aveva fatto riferimento solo qualche ora prima, tra cui figurano controlli universali su tutti coloro che vogliono acquistare pistole o fucili e divieto di caricatori ad alta capacità.

“Non permetteremo ai possessori di armi che rispettano la legge di essere puniti per gli atti commessi da criminali e matti”, ha concluso la Nra.


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