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Che fare per lenire la disoccupazione giovanile?

Perché vi siete tutti preoccupati per la notizia di ieri che il tasso di disoccupazione giovanile italiano ha raggiunto il picco del 37,1%, del 5% superiore a quello di un anno prima, nel novembre 2011 quando il governo Monti si è insediato (l’aumento dell’Unione europea nello stesso periodo è stato solo dell’1,5%), ed è un passo da superare quello portoghese, così entrando sul podio dei primi tre peggiori in Europa?

Tante ragioni. Una che mi preoccupa, così tanto, e che so preoccupare tantissimo anche uomini di valore del governo Monti come il sottosegretario all’istruzione Rossi Doria, è l’immenso rischio che a queste statistiche si accompagni un lento ma inesorabile sprofondare di tanti giovani nel mondo del sommerso e dell’economia criminale.

Quando abbiamo pensato a scrivere l’appello al Presidente Monti sul garantire un salario di 1000 euro al mese per due anni ai giovani disoccupati che lavorassero nei gangli della Pubblica Amministrazione avevamo anche questo in mente. Non è stato fatto. Colpevolmente?

Un parametro per giudicarlo è chiedersi appunto quale sia il legame, in periodi di grave crisi recessiva come questi, tra introduzione di assistenza sociale e riduzione del tasso di criminalità. Non possiamo accertarlo per l’Italia visto che il Presidente Monti non ha raccolto il nostro appello ma ha preferito costruire un costoso meccanismo di indennità di disoccupazione che incentiva a lavorare di meno e che comunque non tutela i giovani disoccupati in cerca di una prima esperienza lavorativa, le più giovani viti da proteggere dalla grandine, visto che ad essi questa non si estende.

(sintesi di un commento più articolato che si può leggere sul mio sito)


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