Un’ondata di indignazione sta scuotendo la Spagna per lo scandalo che ha investito il Partido popular (Pp) del premier Mariano Rajoy: centinaia di persone hanno protestato oggi a Madrid davanti alla sede del partito della destra postfranchista, protetto da un cospicuo dispositivo di sicurezza.
“Presidente delinquente!”, “dimissioni!”, o “rubare è un crimine” si leggeva sui cartelli dei manifestanti, convocati dal movimento degli ‘indignados’ grazie alle rete sociali, ma fra i quali si contavano anche numerosi impiegati e funzionari pubblici, i cui stipendi sono stati pesantemente tagliati dalle misure di austerità del governo.
Al centro dello scandalo un sistema di pagamenti in nero che sarebbe stato utilizzato dall’ex tesoriere del partito Luis Barcenas: secondo il giornale di destra El Mundo, quest’ultimo avrebbe distribuito per due decenni a dirigenti del partito buste con ‘extra’ fra i 5.000 e i 15.000 euro in aggiunta ai salari ufficiali, provenienti da imprese private.
Rajoy e la sua numero due nel partito, Maria Dolores de Cospedal, non sono direttamente coinvolti e anzi, secondo El Mundo, Rajoy avrebbe ordinato nel 2009 di mettere fine a questa pratica.
Barcenas avrebbe inoltre avuto, secondo indiscrezioni pubblicate da diversi media negli ultimi giorni, un conto in Svizzera di 22 milioni di euro, assieme ad altri dirigenti, rivelazione insultante in un paese in cui la crisi ha provocato centinaia di migliaia di sfratti e una disoccupazione galoppante.