Skip to main content

Ecco come le femministe si dividono su Michelle Obama

Anche Michelle Obama si prepara a iniziare ufficialmente il suo secondo mandato nelle vesti di first lady americana, ma senza il sostegno di alcune femministe.

Michelle parteciperà al fianco del presidente Barack Obama alla parata lungo Pennsylvania Avenue, a Washington, che segna l’ufficiale inizio del secondo mandato da presidente degli Stati Uniti di Barack Obama. Nel farlo la moglie del presidente avrà il supporto del 73% del popolo americano, che approva il modo con cui Michelle sta gestendo il suo ruolo. Ma a qualcuno nella blogosfera quanto ha fatto o detto la first lady proprio non va giù, si legge in un’analisi del Washington Post.

Già nel 2008, quando aveva detto di volere essere “la mamma in capo”, la signora Obama aveva deluso le donne che interpretarono la sua decisione di rinunciare alla sua carriera come una conseguenza delle scelte del marito.

Altre, sempre di razza bianca, dicono di avere sentito parlare così tanto di vegetali coltivati nel giardino di casa (quello della Casa Bianca) e di attività aerobica (su cui Michelle ha insistito molto nella sua campagna anti-obesità) che i “digma” sono sufficienti per piu’ vite.

Altre ancora si chiedono – riporta il Washington Post – se consigli di moda e di tonificazione siano tutto quello che c’è da aspettarsi dalla fist lady più educata della storia.

Le femministe americane più incallite se la sono presa quando la scorsa estate, durante la Convention nazionale del partito Democratico, la signora Obama definì le sue due figlie “il cuore del mio cuore e il centro del mio mondo”.

Le afro-americane, spiega il Washington Post, hanno invece avuto una reazione positiva, soprattutto al fatto che la first lady in carica faccia la mamma. Almeno dal 1972, quando il censimento inizio’, questa fascia della popolazione americana si e’ sempre trovata costretta a lavorare per sostanzialmente sopravvivere.

Il divario tra donne bianche e afro-americane, continua il quotidiano di DC, ha origini storiche e risale al tempo del movimento per il suffragio universale, quando le prime sostenevano che il loro voto avrebbe controbilanciato quello “della razza più scura”. Con una donna afro-americana alla Casa Bianca questo divario – scrive il Washington Post – è tornato in auge.



×

Iscriviti alla newsletter