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Giochi e Scommesse, motore di rilancio dello sport in crisi?

Le risorse per il mondo dello sport (di base e professionistico) si stanno riducendo drasticamente. E’ un dato di fatto e anche l’intervento di Giovanni Malagò (candidato alla presidenza del CONI) il prossimo 19 febbraio è in questa direzione: lo sport deve intercettare autonomamente nuove forme di finanziamento. Uno dei comparti che sembra non soffrire crisi è quello dei Giochi e Scommesse Sportive, che se fossero gestiti meglio e con una ottica di affiancamento e sostegno allo sport potrebbero diventare un endorsement per il sistema-sport italiano. Ma la normativa italiana per esempio non consente a molti operatori “.com” di operare liberamente come dovrebbe avvenire in un “libero mercato”. Partendo da questa premessa abbiamo cercato di capire quali potrebbero essere gli sviluppi futuri del comparto e le problematiche in essere. Nel frattempo il sistema-sport italiano è alla “finestra” in una posizione di “wait&see”.

Nei giorni scorsi abbiamo parlato del ddl di un gruppo di parlamentari sul tema dei Giochi e dei Book esteri. Fra i firmatari c’è anche il senatore Li Gotti, al quale abbiamo chiesto di intervenire per fare un ulteriore approfondimento su una serie di “quesiti”. Ecco cosa ci ha risposto il pparlamentare dell’IDV (tra l’altro noto avvocato penalista) in queste settimane presente in Sicilia come candidato di “Rivoluzione Civile” (movimento creato dal magistrato Ingroia).

D: Senatore Li Gotti l’abolizione dell’IMU potrebbe passare da un aumento del gettito del sistema gioco. E’ una possibilità reale o si rischia di colpire un settore in crescita?
1) No. Si tratta di incentivare l’opzione dello Stato, di utilizzare il gioco come fonte di aumento delle entrate erariali, nonostante le gravi controindicazioni che imporrebbero una contrazione del settore per le conseguenze patologiche ad esso connesse (interessi provati della criminalità organizzata, estorsioni, usura, ludopatie).

D: Oggi sono numerosi i centri collegati a bookmaker esteri che offrono scommesse tramite Internet. Operatori legali in quanto riconosciuti e autorizzati da paesi UE. Si tratta di centri da chiudere, regolarizzare o autorizzare pienamente? In tal senso è auspicabile un cambiamento all’art.88 del TULPS affinchè siano riconosciuti i controlli di pubblica sicurezza operati all’estero nei confronti di tali società?

2) Deve essere regolamentato il settore, con l’estensione dell’applicazione dell’articolo 88 TULPS, anche agli operatori che operano all’estero, senza passare da piattaforme site sul nostro territorio. Il problema è quello di garantire il controllo delle giocate, con trasmissione dei dati. Numerosissime indagini della magistratura, hanno evidenziato le patologie del sistema, con l’evidenziazione della trasmissione del volume giocato pari al 20% dell’intero. Il sistema di controllo, è “taroccato” o “taroccabile”.

D: Ancora oggi l’Italia oscura i siti “.com” di operatori UE. E’ una decisione corretta? Non si tratta, invece, di una limitazione alle libertà dell’individuo e alla libertà di informazione?

3) L’oscuramento dei siti, si verifica nei casi di mancata conoscenza degli operatori. L’UE nell’affermare il diritto di cosiddetto “stabilimento”, ha sottolineato che lo stesso può trovare limitazioni per le ragioni di ordine pubblica e di contenimento e difesa dai rischi che corre il regime di legalità. Lo Stato ha il dovere di verificare chi siano i soggetti che operano e, nei casi di opacità o di evidente infiltrazioni della criminalità, c’è il dovere, nell’interesse collettivo, di impedire che venga portata avanti la raccolta da parte di operatori che si sottraggono ai requisiti di chiarezza, trasparenza e di incontaminazione criminale.

 

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