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Come sta Hillary?

Per la sua candidatura alle presidenziali americane del 2016 c’è già lo slogan: “Nominate Hillary, stupid!”, una versione rivista e corretta del famoso “It’s the economy, stupid!” rivolto dal marito Bill a George W.Bush, nell’ormai lontana campagna elettorale del ’93. E persino i bookmaker la continuano a dare vincente se tra quattro anni si presenterà per la corsa alla Casa Bianca.
Ma sul futuro di Hillary Clinton regna l’incertezza, legata soprattutto al reale stato di salute del segretario di Stato americano.

Le ultime vicissitudini – che l’hanno vista prima colpita da un virus gastrointestinale, poi svenire provocandosi una commozione cerebrale, e infine ricoverata per un trombo vicino al cervello – hanno frenato gli entusiasmi dei suoi innumerevoli sostenitori.

Lei ieri ha lasciato l’ospedale e si prepara a tornare al lavoro la prossima settimana. Confermando la sua volontà di testimoniare sul “caso Bengasi” davanti al Congresso, prima della sua uscita di scena dall’amministrazione Obama per lasciare il posto al successore John Kerry. Tutti buoni segnali, che indicano come la Clinton sia sulla strada della piena ripresa. “Sembra in buona forma, motivata e impaziente di riprendere l’attivita”, ha assicurato la Nuland. Ma gran parte degli osservatori sono concordi sul fatto che i problemi di salute di Hillary peseranno, e non poco, sulla scelta di candidarsi o meno per un ritorno alla Casa Bianca.

Un ‘no’ sarebbe un brutto colpo per tantissimi democratici, che sanno come in nome dell’alternanza gli americani molto probabilmente sceglieranno un repubblicano nel 2016, e che quindi vedono nella Clinton la ‘trump card’, l’asso nella manica per vincere ancora una volta, portando alla Casa Bianca la prima donna-presidente della storia americana. Hillary sarebbe in grado di incarnare ancora una volta il cambiamento, come fu per Obama nel 2008, divenuto primo presidente afroamericano. Sono in molti a sostenere che la decisione della Clinton di smarcarsi dal secondo mandato di Obama sia un modo per prepararsi a quell’appuntamento (anche se lei ha sempre negato di volersi candidare), per avere nel 2016 le mani libere e poter criticare anche alcuni aspetti dell’attuale presidenza.

Ma a remare contro il suo futuro da ‘Commander in Chief’ – ha osservato in particolare il Washington Post – sono proprio i dubbi sulla sua salute, legati al discorso sull’età: fra quattro anni Hillary avra’ 69 anni, come Ronald Reagan quando fu eletto, rimasto a tutt’oggi il più anziano presidente salito alla Casa Bianca. E la Clinton e’ la prima a sapere che se decidesse di correre dovra’ rispondere a innumerevoli domande sulle sue condizioni, visto che anche nel 1998 soffri’ per un coaugulo di sangue. Le domande sulla sua salute – afferma sempre il Washington Post – rischierebbero di diventare un tormentone della prossima campagna elettorale, esattamente come lo e’ stato la questione fiscale per l’ex candidato repubblicano Mitt Romney.



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