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I consigli di Siciliotti per Befera sul Redditometro

“Più che dire chi ne è il padre, mi concentrerei su come migliorarlo, perché si può migliorare”. Anche il presidente dei dottori commercialisti Claudio Siciliotti interviene sul redditometro: “Riduciamo o aboliamo del tutto i parametri di natura statistica che destano grande preoccupazione; l’onere della prova deve essere in carico al Fisco e non al contribuente; la retroattività non va bene; no alla riscossione provvisoria, cioé versare un acconto pari al 30% prima che il giudice si sia pronunciato”.

Questi i consigli di Siciliotti, secondo il quale “è fatica sprecata conservare gli scontrini, uno scontrino del 2009”, data di avvio del redditometro, perché “non si legge più, quindi consiglio vivamente di considerare la prova delle entrate, se c’è il prestito di un amico, meglio che sia tracciabile per poterlo dimostrare” a sostegno di spese contestate. Il problema dell’evasione fiscale “esiste – ammette Siciliotti – ma il grande evasore non ha il cane, ha auto di lusso, barche, residenze all’estero: sono questi gli elementi da ricercare, servono più controlli e meno presunzioni, come ci ricorda la Corte dei Conti”.

Sul rischio di violazione della privacy, Siciliotti parla di “Stato di polizia: la frase ‘chi non ha nulla da nascondere può stare tranquillo’ è tipica dei regimi totalitari, quando uno ha pagato le tasse fa quello che vuole, basta con la supposta moralità. Secondo le nostre simulazioni, spendere mille euro per un master universitario vale per il redditometro meno che spendere mille euro per un viaggio all’estero, è un’idiozia, mille euro sono mille euro e le spendo come voglio”.

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