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Nuovo affaire nelle finanze vaticane

Dal primo gennaio Oltretevere non si possono più effettuare pagamenti elettronici, in pratica il Pos con il bancomat ed il circuito mondiale delle carte di credito.

La novità è stata annunciata da una nota della Direzione dei Servizi Economici del Governatorato e ribadita da un’altra nota della Ragioneria dello Stato.

Uniche forme di pagamento ammesse sono i contanti, gli assegni e il bancomat dello Ior.

In pratica uno stop all’istituto bancario (Deutsche Bank Italia) che da anni gestisce il servizio. Stop che può venire soltanto dalla Banca d’Italia. E fonti di Palazzo Koch all’Ansa hanno spiegato che il Vaticano può avere tutti i Pos necessari ma non con banche italiane, perché – ai sensi della normativa antiriciclaggio – sono soggetti extracomunitari non equivalenti a fini di vigilanza e, per l’appunto, di antiriciclaggio. Deutsche Bank Italia – spiegano le stesse fonti – che è un soggetto di diritto italiano e quindi vigilato da via Nazionale, aveva aperto Pos in Vaticano senza richiedere la necessaria autorizzazione alla stessa Banca d’Italia. Solo nel 2012 ha presentato istanza che è stata respinta. Per questo ha dovuto disattivare i Pos in Vaticano.

Sono numerosi i servizi che il Vaticano offre, dai Musei Vaticani alla farmacia (dove è possibile entrare anche ai cittadini italiani muniti di ricetta e documento), dal supermercato alimentare e ai magazzini vestiti e tecnologia (dove l’ingresso e’ limitato ai possessori di determinate tessere). Per non considerare numismatica e filatelia.

“Nel corso di tutto il 2012 – ha spiegato il professor Ranieri Razzante presidente dell’Aira, l’Associazione italiana responsabili antiriciclaggio e docente di legislazione antiriciclaggio all’Universita’ di Bologna – Bankitalia ha effettuato un capillare monitoraggio su carte di credito e bancomat presso le banche italiane e le filiali di istituti esteri in Italia, per verificare il volume e la tipologia delle operazioni. In generale va detto che le carte di credito, specie quelle internazionali, che hanno plafond molto alti e consentono prelievi anche fino a 5mila euro al giorno, possono essere un veicolo eccezionale di riciclaggio. Qui il problema è un altro e riguarda le autorizzazioni, ma non è escluso che questo problema sia emerso proprio nell’ambito dei controlli generali avviati da Bankitalia sui Pos”.



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