Dati in picchiata per le famiglie italiane. Su Inflazione, giù i consumi, aumento della propensione al risparmio e crollo degli investimenti. I dati Istat inaugurano un 2013 che vede la ripresa economica ancora assente.
Crollo del potere d’acquisto
Nei primi nove mesi del 2012, in confronto con lo stesso periodo del 2011, il potere d’acquisto delle famiglie ha registrato una flessione del 4,1%. Tenuto conto dell’inflazione, il potere di acquisto delle famiglie consumatrici nel terzo trimestre del 2012 si è ridotto dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e del 4,4% rispetto al terzo trimestre del 2011.
Aumento della propensione al risparmio
Contestualmente sale la propensione al risparmio delle famiglie italiane nel terzo trimestre del 2012: è stata pari all’8,9%, in aumento di 0,8 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 0,3 punti percentuali rispetto al corrispondente trimestre del 2011.
Nel terzo trimestre del 2012 il tasso di investimento delle famiglie consumatrici (definito dal rapporto tra investimenti fissi lordi delle famiglie consumatrici, che comprendono esclusivamente gli acquisti di abitazioni, e reddito disponibile lordo) è stato pari al 6,7%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 0,2 punti percentuali rispetto al corrispondente trimestre del 2011. Gli investimenti fissi lordi delle famiglie consumatrici sono diminuiti dello 0,8% rispetto al trimestre precedente e del 4,7% nei confronti del terzo trimestre del 2011.
Meno reddito disponibile rispetto al 2011
Il reddito disponibile delle famiglie nel terzo trimestre del 2012 è aumentato dello 0,5% rispetto al trimestre precedente ma è diminuito dell’1,9% nel confronto con il corrispondente periodo del 2011.
Giù gli investimenti per le imprese
Il tasso di investimento delle società non finanziarie è sceso al 20,3%, con una diminuzione di 0,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 1,9 punti percentuali rispetto al corrispondente trimestre del 2011.