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Kirchner riapre la diatriba con l’Inghilterra sulle Falkland

Il presidente argentino, Cristina Fernandez de Kirchner, ha riaperto l’offensiva diplomatica sulla sovranità delle Falkland, in una lettera aperta pubblicata sul quotidiano britannico The Guardian in cui chiede al premier, David Cameron, di aprire i negoziati per la restituzione dell’arcipelago.

Kirchner chiede a Londra di rispettare una risoluzione delle Nazioni Unite approvata nel 1960 e nella quale si invitavano gli Stati membri a “mettere fine al colonialismo in tutte le sue forme e manifestazioni”: la Gran Bretagna dovrebbe quindi avviare immediatamente dei negoziati sull’arcipelago, che venne “conquistato con la forza” esattamente 180 anni fa, il 3 gennaio del 1833.

Il Foreign Office da parte sua ha escluso ogni ipotesi di trattativa, ribadendo che il futuro delle isole potrà essere deciso solo dagli abitanti della colonia, in accordo con il principio di auto-determinazione delle Nazioni Unite: un referendum in tal senso – che dovrebbe confermare lo status quo – è previsto entro la fine dell’anno.

Londra respinge anche le accuse avanzate da Kirchner di avere espulso la popolazione argentina dell’isola sostituendola con dei coloni britannici: stando al Foreign Office, nel 1833 non esisteva alcun civile sull’isola, solo un contingente militare argentino sbarcato appena tre mesi prima.

Le rivendicazioni argentine sfociarono trent’anni fa in un’invasione dell’arcipelago, ordinata dalla giunta militare del generale Leopoldo Galtieri: il conflitto – conclusosi con la resa formale delle forze argentine il 14 giugno del 1982 e costato la vita a 649 militari argentini e 255 britannici – affossò il prestigio dell’esercito e aprì la strada al ritorno della democrazia in Argentina.



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