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La versione di Vigni sul Monte intossicato

“Ho sempre fatto tutto in buona fede, sono convinto che sia tutto a posto. Ora magari, rivista col senno di poi, qualche operazione poteva non essere opportuna. Se ci sarà stato qualche cosa lo spiegheremo alla magistratura, ma per noi era tutto a posto”. Così l’ex direttore generale del Montepaschi, Antonio Vigni, scrive La Stampa, racconta la sua verità sulla vicenda Mps.

L’area finanza che era guidata da Gianluca Baldassarri Vigni l’aveva “passata al pettine. Ho mandato tutte le ispezioni nel 2010, per noi era parzialmente favorevole, per la Banca d’Italia parzialmente sfavorevole. Baldassarri era considerato una persona brava, che sapeva fare il suo mestiere…”, è la tesi riferita al Corriere della Sera dai suoi interlocutori.

“Tutte le operazioni di cui si parla ora” (riferendosi ai vari prodotti Alexandria e Santorini) “erano già tutte lì dalla gestione precedente, noi le abbiamo gestite, le abbiamo ristrutturate. Anche le altre banche hanno cose simili…”, è lo sfogo raccolto dai suoi interlocutori, riporta il Corriere della Sera. “Io – aggiunge Vigni che dopo aver lasciato la dg del Monte è ora consulente della Fondazione Mps – non mi sono arricchito né sono scappato, ho lavorato 40 anni. Sono figlio di contadini. Certo ho una bella casa ma tutto qui, non sono né alle Bahamas né da altre parti”. E se si scoprisse che qualcuno ha rubato? “Non ci credo. Forse può esserci qualcuno, ma non lo so…”.



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