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Il latte va di traverso alla Lega

Nelle ultime ore le sedi della Lega Nord a Milano in via Bellerio e a Torino in via Poggio sono state perquisite dalla Guardia di Finanza nell’ambito di un’inchiesta della Procura milanese per bancarotta e corruzione in relazione al fallimento della società cooperativa “La Lombarda” per 80 milioni di euro.

La Procura ipotizza nell’ambito dell’indagine sulle quote latte che siano state versate tangenti a funzionari pubblici e a politici per interventi legislativi a favore degli agricoltori per ritardare il pagamento sulle quote latte da versare alla Ue.

Il leader del Carroccio Roberto Maroni ha dichiarato: “La Lega non c’entra nulla”, l’inchiesta sulle quote latte “riguarda una società che non c’entra niente con la Lega”, e ha confermato di non credere ad alcuna ipotesi di complotti della magistratura. “Sono uno che non parla di complotti, non lo farò mai”, ha detto.

Rispondendo a una domanda, Maroni ha però ricordato di avere “espresso l’auspicio che le inchieste si concludano rapidamente. Lo dico per le persone coinvolte. Alcuni in Regione Lombardia sono indagati per un acquisto di cancelleria di 40 euro, non mi pare un reato”.

L’ex ministro dell’Interno ha infine detto che “sembra strano che l’inchiesta sul Consiglio della Lombardia riguardi la Lega e il Pdl e per l’opposizione forse se ne parlerà dopo le elezioni.
Non ci devono essere imputati di serie A che vanno alla gogna e altri di serie B”.

Maroni, Umberto Bossi, Roberto Cota e Roberto Calderoli erano presenti alle perquisizioni. Esse però, spiegano fonti investigative, hanno avuto “esito parziale” perché gli esponenti della Lega hanno opposto l’immunità parlamentare degli uffici della Lega.

 

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