La Francia è intervenuta in Mali per “impedire il dilagare degli islamici che avrebbero potuto conquistare tutto il Paese”, dando vita a “nuovo Afghanistan, anzi un ‘Alqaedistan'”. E’ quanto sostiene il sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura, in un’intervista al Corriere della Sera.
“Quando tutti i tentativi di negoziare falliscono non si può rischiare di far precipitare un Paese come il Mali nelle mani di una dittatura fondamentalista che minaccia il mondo – ha sottolineato – i francesi sono intervenuti per evitare questa eventualità che era sempre più concreta”.
De Mistura ha quindi evidenziato come la guerra in atto non sia “contro un gruppo di ribelli”, perché “ci sono in ballo interessi molto più grandi”. Per questo l’Italia sta valutando le modalità per “manifestare concretamente la nostra solidarietà alla Francia”: Roma aveva annunciato l’invio di 200 istruttori militari, ma ora “lo scenario è cambiato e dovremo quindi ripensare la tipologia del nostro intervento”. “Forse come nazione europea che interagisce di più con l’Africa sarebbe bene che avesse un ruolo più attivo, magari un’attenzione particolare anche alle questioni umanitarie”, ha detto il sottosegretario.
“Infine – ha concluso – è importante sostenere la missione di Romano Prodi, inviato speciale delle Nazioni Unite per il Sahel. Sarà lui l’uomo chiave perchè dopo i militari subentrerà il momento politico, quando bisognerà ristabilire il dialogo e ricostruire il Paese”.