La notizia è di quelle che possono suscitare l’interesse dei media e prestarsi a interpretazioni non “politically correct”. Forse proprio per questo due riviste di divulgazione scientifica, l’italiana “Le Scienze” e la canadese “The Scientist”, hanno deciso di commentarla e di sollevare una serie di dubbi sulla sua validità.
In breve: tre ricercatori, due americani e uno svedese, hanno proposto un modello teorico per spiegare le basi dell’omosessualità sostenendo che l’orientamento sessuale potrebbe avere basi “epigenetiche”. Il lavoro che è stato pubblicato sul numero di dicembre della rivista “The Quarterly Review of Biology” propone che marcatori epigenetici capaci di influenzare il comportamento sessuale di un genitore potrebbero promuovere l’omosessualità nei figli di sesso opposto. In altre parole, marcatori che determinano il comportamento femminile della madre, se trasmessi al figlio maschio, potrebbero indurre un comportamento femminile; lo stesso accadrebbe tra padre e figlia. Questo modello potrebbe spiegare una certa “familiarità” nel comportamento omosessuale. Tuttavia. la teoria non è sostenuta da nessun dato sperimentale e si basa su una serie di assunzioni, molte delle quali non provate in modo certo.
Secondo gli autori il modello tiene conto di diverse osservazioni. Ad esempio il fatto che nei gemelli esiste una probabilità significativa (20%) che, se uno dei due è omosessuale, anche l’altro lo sia, suggerendo un contributo genetico. Tuttavia fino ad ora non è stato identificato nessun gene alla base del comportamento omosessuale. Del resto un gene che favorisca l’omosessualità verrebbe contro-selezionato ed eliminato nell’evoluzione, dato che una coppia omosessuale non può avere discendenti. I ricercatori propongono che la soluzione del paradosso sia quindi da ricercare nell’epigenetica.
Ma cosa è l’epigenetica? Epigenetica è una parola composta da “epi” (sopra) e “genetica” ed è diventata la nuova frontiera della ricerca bio-medica. In modo un po’ semplicistico i media hanno diffuso l’idea che ogni carattere di un individuo (ad esempio il colore degli occhi) dipenda da un gene inteso come un frammento di DNA che contiene l’informazione necessaria per definirlo. Il fatto è che noi abbiamo molti geni e non tutti vengono espressi in ogni momento o in tutte le cellule del nostro corpo. Per semplificare, possiamo visualizzare i marcatori epigenetici come delle bandierine rosse e verdi che vengono depositate sui geni. Una bandierina rossa dirà che il gene è inutilizzabile mentre una verde segnala che può essere utilizzato. La disposizione delle “bandierine” cambia durante lo sviluppo e in risposta agli stimoli, permettendo o inibendo l’espressione di certi geni. L’importanza di questo meccanismo è dimostrata anche dal fatto che un cattivo posizionamento dei marcatori si accompagna all’insorgenza dei tumori.
Tornando all’omosessualità, nel loro lavoro i tre ricercatori propongono che i marcatori epigenetici modulino la risposta agli androgeni, ormoni sessuali che potrebbero influenzare, ma non esiste una prova certa, anche l’orientamento sessuale. In generale i marcatori epigenetici vengono completamente riprogrammati nelle prime fasi dello sviluppo. Il lavoro ipotizza che talvolta i marcatori epigenetici che influenzano lo sviluppo sessuale non vengano cancellati correttamente, così un genitore potrebbe trasmettere i propri marcatori a un figlio del genere opposto.
La mia personale opinione è che le preferenze sessuali, come tutti gli altri aspetti del nostro comportamento, siano determinate da una complessa interazione tra molteplici fattori, alcuni genetici ma molti ambientali e relativi alle esperienze che ognuno fa durante la propria vita. L’omosessualità non è una malattia, è parte della naturale variabilità del comportamento umano e di altre specie animali. Come scienziati rendiamo un servizio più utile alle persone se riusciamo a comprendere meglio in che modo l’epigenetica è coinvolta nel cancro o nelle malattie mentali, piuttosto che soffermarci sulle loro preferenze sessuali.
Nell’antica filosofia cinese molte dualità naturali come “femmina – maschio”, “notte -giorno” sono manifestazioni del concetto yin – yang. Nessuna cosa può essere completamente yin o completamente yang ma contiene il seme per il proprio opposto: ogni uomo ha dentro di sé una parte femminile così come ogni donna ha una parte maschile.