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L’ultimatum del cardinale Koch ai Lefebvriani

Il cardinale Kurt Koch, presidente della Commissione vaticana per i rapporti religiosi con l`ebraismo, prende posizione sulle recenti dichiarazioni del superiore dei Lefebvriani, mons. Bernard Fellay, secondo il quale “ebrei, massoni e modernisti” sono “nemici della Chiesa” che si oppongono all’accordo tra tradizionalisti e Santa Sede.

“Non c`è nessun dubbio nella Chiesa cattolica” che la dichiarazione del Concilio vaticano II ‘Nostra Aetate’, relativa ai rapporti con le altre fedi, “abbia valore ancora oggi”, afferma Koch in una dichiarazione al ‘Sir’ (Servizio di informazione religiosa). “E’ soltanto il gruppo dei lefebvriani che non l`accetta, che non accetta il dialogo ecumenico, il rapporto con gli ebrei e la libertà religiosa. Sono invece punti centrali del magistero del Santo Padre e se un gruppo che non accetta un Concilio e non accetta un Magistero, si deve domandare come fa a vedersi cattolico. Questo è il problema fondamentale”.

Il cardinale ricorda poi quanto detto da padre Federico Lombardi, portavoce vaticano, rispetto anche alle frasi del vescovo lefebvriano Fellay. “Ogni forma di antisemitismo è un atto non cristiano e la Chiesa cattolica deve combattere con tutte le sue forze contro questo fenomeno”. Dunque non c`è alcun rischio che si facciano passi indietro? “Assolutamente no – risponde il card. Koch – perché la Chiesa non può mettere in discussione il Concilio. Questo è impensabile. E il Santo Padre non può negare il suo magistero”.

“Gli ebrei – dice il cardinale – sono i nostri fratelli maggiori: soprattutto nella visione di Benedetto XVI circa l`unità tra i due Testamenti, siamo legati con gli ebrei inscindibilmente. Questa è la chiara visione anche alla luce della Dichiarazione conciliare Nostra Aetate”.



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