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Ecco il Manifesto “Politico” di Confindustria

Una terapia-choc, una cura d’emergenza. Con una politica industriale nuova, riforme strutturali vere, un impulso forte all’occupazione. E taglio netto della spesa e degli sprechi.

Sono questi i principali punti del manifesto che Confindustria presieduta da Giorgio Squinzi ha messo a punto in vista delle elezioni politiche e che verrà discusso questa mattina dal Comitato di presidenza e poi sottoposto all’esame di direttivo e Giunta del 22 e 23 gennaio. Ad anticipare i contenuti del documento è stato il quotidiano il Messaggero.

Gli industriali chiedono risposte concrete da parte di tutti i soggetti politici, sollecitando i candidati a palazzo Chigi a mantenere le promesse elettorali. Per Confindustria, adesso, serve una politica con la P maiuscola. In cima alle richieste dell’Associazione, il problema dello sviluppo: Occorre elevare il tasso di crescita dell’economia italiana oltre il 2% entro fine legislatura”. Inoltre “la quota del manifatturiero sul Pil deve tornare al 20% entro il 2018. Perché senza industria non c’è Pil”. Poi “entro cinque anni, il peso del debito pubblico deve scendere sotto la soglia del 100%”. Confindustria, infine, suggerisce di avviare dismissioni aggiuntive per 60 miliardi di euro, di aumentare l’aliquota sulle rendite finanziarie dal 20 al 23%, d’incrementare l’Iva di un punto al 4 e al 10%, di abbassare l’Irpef sul lavoro dipendente e di puntare sul credito d’imposta per l’occupazione al Sud.



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