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L’appello riformista di Monti ai liberal Pd

Dio ce ne scampi. Questa la risposta di Mario Monti “a chi dice ‘bisogna che la politica europea somigli di più a quella nazionale’”. Nel corso del suo intervento ad Orvieto all’Assemblea dei liberal del Pd che invece ha disertato Pierluigi Bersani, il Professore ha sottolineato la “crescente inadeguatezza degli schemi politici classici, compreso l’asse destra-sinistra”.

“A livello europeo non credo sia un difetto questa gestione consociativa che lamento quando c’è a livello nazionale. Perché il fatto che la Commissione Ue sia strutturalmente composta da socialisti, popolari, liberali, io lo vedo come un plus”, ha spiegato Monti osservando come una connotazione politica della commissione creerebbe problemi ad esempio con gli intenti sanzionatori nei confronti degli Stati: “Se una commissione di destra sanzionasse un governo nazionale di sinistra, si potrebbe parlare di decisione connotata politicamente”.

La missione, con uno sguardo alle Politiche italiane, è fermare l’ascesa di populismi: “C’è un grande lavoro da fare per evitare che prosperino populismi infondati nei Paesi creditori.
 Le imperfezioni della moneta unica, se non stiamo attenti, creano quelle incomprensioni che abbiamo visto ad esempio tra Atene e Berlino che minano alla base la costruzione europea”. Per Monti in Europa “c’è un populismo da integrazione europea non abbastanza avvertita, ma c’è anche un populismo da crisi dell’eurozona. La maldistribuzione della finanza pubblica tra i Paesi ha creato quella che con Sylvie Goulard (coautrice con il Premier del libro “La democrazia in Europa”, ndr) abbiamo chiamato la creditocrazia che sta alimentando il populismo”.

Tuttavia “ho individuato elementi populistici di rigetto dell’integrazione europea già prima della crisi economica, in anni di forte espansione economica. Un affaticamento da integrazione. Quando mi interrogo sul populismo in Europa, sono portato a dare più rilievo alle policies condotte dall’Unione Europea e a come le leadership presentano l’Europa alla loro opinione pubblica”.

E poi l’auspicio a continuare la collaborazione tra riformisti che ha caratterizzato l’azione del governo tecnico: “Qualunque sia l’esito delle prossime elezioni spero che si faciliti la collaborazione tra punti riformisti che esistono più o meno in tutti partiti” come si è fatto nei 13 mesi di governo della “strana maggioranza”.

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