Se mai ci fossero stati dubbi, “il candidato del Ppe è il signor Monti”. Ci ha tenuto a ribadirlo il capogruppo del Ppe al Parlamento europeo, Joseph Daul, parlando con alcuni cronisti a margine di una sua conferenza stampa oggi a Strasburgo. Daul ha anche spiegato la confusione che regna nel nostro Paese: “Ma com’è sempre in Italia è complicato: abbiamo tre partiti, l’Udc, Monti e il partito Berlusconi, e sono tutti e tre membri del Ppe. Non è il solo paese in cui c’è questa situazione, abbiamo 52 partiti in 27 Stati membri, questo è il centro-destra”.
I conti nel Ppe, ha fatto capire replicando a chi gli chiedeva se sia possibile parlare di espulsione, verranno fatti dopo il voto, distinguendo fra Berlusconi come persona e il Pdl. “Parliamo di un partito e parliamo di un uomo, faremo la sintesi dopo le elezioni, non mi fate dire ciò che non posso dire: per me un partito è un partito, non è solo un uomo”, ha detto Daul.
Poco prima, in conferenza stampa, il capogruppo del Ppe aveva affermato: “Non voglio attaccare tutti i giorni il signor Berlusconi, per far sì che lui possa attaccare questa orribile Europa, questa orribile Merkel, questi orribili francesi, vedete come si comportano. Ora che siamo in campagna elettorale voglio rispettare l’elettore ed il cittadino italiano, non ho bisogno di portare un 2-3% in più al populismo”.
A metà dicembre, aveva destato stupore l’invito a sorpresa del presidente del Partito popolare europeo, Wilfred Martens, per Monti alla riunione del leader e capi di governo del Ppe a Bruxelles, che si tiene tradizionalmente prima del Consiglio europeo. Una presenza che aveva inevitabilmente oscurato quella dell’altro italiano presente, Silvio Berlusconi.