Skip to main content

Putin apre le piattaforme dell’Artico ai privati

La Russia non intende permettere a compagnie del petrolio e del gas straniere di lavorare indipendentemente sulla sua piattaforma continentale nell’Artico. Ma ha aperto alla possibilità che, oltre alle compagnie pubbliche, anche quelle private russe possano operare nell’estrazione energetica. L’ha chiarito oggi il vicepremier Arkady Dvorkovich in una conferenza stampa a Mosca, confermando voci di trattative in tal senso, per quanto osteggiate dai colossi statali dell’energia.

“Noi ci siamo messi d’accordo perché le società pubbliche restino i principali attori, ma anche perché delle proposte vengano messe a punto per permettere a gruppi privati di lavorare sulla piattaforma continentale”, ha affermato Dvorkovich, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa Ria Novosti. “Per quanto riguarda – ha aggiunto – l’ammissione di compagnie straniere, non sono previsti cambiamenti, il che vuol dire che le compagnie straniere possono essere coinvolte come partner partner tecnologici, anche in termini di condivisione del rischio, ma non come detentori di licenze”.

In base alle regole esistenti, solo le compagnie russe che abbiano una partecipazione dello Stato superiore al 50 per cento e non meno di cinque anni d’esperienza nelle esplorazioni marine possono ottenere licenze di sfruttamento energetico della piattaforma continentale russa.
Attualmente solo Rosneft e il monopolista del gas Gazprom soddisfano questi parametri e i due colossi sarebbero molto preoccupati dai propositi governativi di apertura ai privati.

Secondo indiscrezioni di stampa, i vertici di Rosneft e Gazprom lo scorso autunno hanno scritto al presidente Vladimir Putin per segnalare la loro inquietudine in tale prospettiva. Le perplessità dei due gruppi vengono motivate con la complessità dei progetti di esplorazione offshore sul piano tecnico ed ambientale.

Ma i big del privato si stanno già facendo avanti. Ria Novosti ha riferito che Lukoil – la prima tra le compagnie petrolifere private – si è detta pronta ad investire 2,7 miliardi di dollari nell’esplorazione delle vastità artiche, a dir poco complesse nella prospettiva dell’estrazione, ma con enormi potenzialità: sino a 550 miliardi di petrolio equivalente, secondo le stime.



×

Iscriviti alla newsletter