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Il voto di Draghi

Speranze di ripresa nel 2013, necessità di andare avanti sul percorso di risanamento dei conti pubblici e di riforme, disoccupazione, bassi livelli di fiducia nonostante le novità sulla vigilanza bancaria e sul buyback greco. Questi i temi affrontati dalla Banca centrale europea nel suo ultimo bollettino mensile. Ma sotto lo sguardo del presidente Mario Draghi, l’istituto di Francoforte guarda anche agli ultimi sviluppi politici italiani, causa di una maggiore volatilità e della fuga dei capitali alla ricerca di maggiore sicurezza dal punto di vista finanziario.

Roma guarda al voto, i capitali lasciano Milano

In un contesto che resta di generalizzato miglioramento, la Bce ha elencato alcuni fattori che hanno pesato sui titoli di Stato nelle ultime settimane. Ad esempio “nell’area dell’euro il clima del mercato obbligazionario ha risentito dell’influsso negativo esercitato dalle revisioni al ribasso delle previsioni di crescita”. E più specificatamente, per l’Italia, “l’accresciuta incertezza politica in Italia è stata all’origine di alcuni flussi di capitali, con l’obiettivo di ricercare investimenti più sicuri (il cosiddetto flight to safety), verso i titoli emessi dai Paesi con rating Aaa”.

Il calo dello spread per Italia e Spagna

Tuttavia il quadro è appunto quello di progressi, tanto che nello stesso capitolo di analisi sul mercato obbligazionario la Bce rileva che tra fine novembre e inizio gennaio “i rendimenti sulle obbligazioni a lungo termine emesse da Spagna e Italia sono diminuiti di circa 20 punti base, raggiungendo i livelli minimi osservati dall’annuncio delle operazioni definitive monetarie” della stessa Bce. In generale, il clima di fiducia nella media dell’area euro è migliorato rispetto ai minimi toccati durante lo scorso anno, ma “l’attuale livello si colloca ben al di sotto della media storica”.
Bassa fiducia nonostante i progressi dell’Eurozona.

Infatti, nel periodo in esame, “altri fattori hanno influito positivamente sul clima di mercato. Fra questi, il raggiungimento di un accordo su una vigilanza bancaria unica europea sotto gli auspici della Bce e il buon esito dell’operazione di riacquisto del debito effettuata dal governo greco, cui ha fatto seguito l’aumento di sei gradi del rating dei titoli sovrani greci da parte di Standard & Poor’s”. Inoltre, a fine di dicembre, il cosiddetto “Fiscal Cliff” negli Stati Uniti ha attratto l’attenzione degli operatori anche nei mercati obbligazionari dell’area dell’euro.

Regola numero uno: avanti con le riforme

Nel suo ultimo bollettino mensile ribadisce anche l’attesa che “nel prosieguo dell’anno si dovrebbe registrare una graduale ripresa”. A frenare la crescita sono “gli aggiustamenti di bilancio necessari nei settori finanziario e non finanziario, nonché la persistente incertezza seguiteranno a gravare sull’attività economica”.

La Banca centrale europea continua a richiamare i governi dei Paesi dell’area euro ad andare avanti con decisione sui piani di risanamento dei conti pubblici e sulle riforme strutturali. “Per promuovere la fiducia – afferma l’istituzione di Francoforte nel suo bollettino mensile – è fondamentale che i governi riducano ulteriormente gli squilibri sia di bilancio sia strutturali, e proseguano nella ristrutturazione del settore finanziario”.

Un mercato del lavoro in ginocchio

I mercati del lavoro dell’area dell’euro continuano a risentire della crisi economica e finanziaria.
“L’occupazione è diminuita ulteriormente nel terzo trimestre del 2012, mentre la disoccupazione ha continuato ad aumentare”. Secondo l’Eurotower “i dati delle indagini segnalano un ulteriore calo dei posti di lavoro nell’ultimo trimestre dell’anno”.



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