L’arte italiana? La possiamo vedere in Svizzera. A Chiasso dal 2 marzo al 12 maggio verrà proposta un‘esposizione dedicata alle matrici e alle relative stampe realizzate dai grandi maestri dell’arte grafica nel periodo storico compreso fra il Rinascimento e il Novecento. I preziosi “rami” e le rare incisioni provengono dalla ricca collezione dell’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma, una delle tre principali raccolte pubbliche al mondo di questo settore. La mostra è infatti nata dal sodalizio intellettuale e di ricerca fra Maria Antonella Fusco, direttrice dell’Istituto Nazionale della Grafica di Roma e Nicoletta Ossanna Cavadini, direttrice del museo di Chiasso. L’esposizione ha l’obiettivo di focalizzare la produzione grafica e incisoria dalle prime espressioni rinascimentali fino alla contemporaneità. Il “segno” letto attraverso le matrici accompagnate dalle stampe da esse generate permette, infatti, di ripercorrere la storia delle tecniche di settore. Dal tratto inciso realizzato all’acquaforte si passa al bulino, alla puntasecca e all’acquatinta e a molte altre sottili differenziazioni.
Nella rassegna, spazio al Rinascimento maturo di Marcantonio Raimondi (1480–1534), per seguire con la documentazione topografica delle città visibili nelle incisioni di Etiénne Du Pérac (1520–1604) e con un altro settore parallelo del curioso bestiario di Antonio Tempesta (1555–1630). Ecco quindi l’epoca del barocco, costellata da espressioni grafiche di alto livello, con le matrici di Federico Barocci (1535–1612) e quelle di Pietro Testa (1611–1650) pervase da un forte classicismo, mentre il tardo Seicento offre il mondo esoterico, con le incisioni di Giovanni Benedetto Castiglione (1609–1665) o di Salvator Rosa (1615–1673). Anche il tema della morte in François Andriot (1635–1704) è molto indagato. La fascinazione degli artisti nordici si apre invece verso la natura e le composizioni floreali come quelle realizzate in incisione da Arnold van Westerhout (1651–1725). A seguire, il settore della veduta oggettiva e fantastica di Giuseppe Vasi (1710–1782), per approdare alle grandi realizzazioni inventive di Giovanni Battista Piranesi (1720–1778). Con l’Ottocento il tema della riproduzione delle principali opere d’arte in incisione diventa fondamentale, si pensi a Giovanni Volpato (1735–1803) e alle generazioni di Giovanni Folo (1764–1836) e Pietro Folo (1790–1867) che restituiscono la conoscenza delle opere di Antonio Canova. Questo settore continua la sua fortuna critica con Alessandro Porretti (1838–1880) per poi aderire al verismo e alla corrente del realismo pittorico con Filippo Palizzi (1818–1899) e Raffaele Spinelli.
Il Novecento si apre all’insegna della fiducia verso il futuro con il rinnovamento imposto da Carlo Carrà (1881–1996), mentre Giorgio Morandi (1890–1964) avvia una nuova ricerca espressiva, per continuare nelle diverse dinamiche con Giuseppe Capogrossi (1900–1972), Afro Basaldella (1912–1976), Pietro Consagra (1920–2005), Piero Dorazio (1927–2005), Giulio Turcato (1912–1995), Fausto Melotti (1901–1986) e con Carla Accardi (1924) una fra le prime donne che entrano nel mondo dell’incisione.
A Chiasso, dal 2 marzo al 12 maggio, “I maestri dell’arte grafica dal XV al XX secolo
Matrici e stampe originali: da Marcantonio Raimondi (1480–1534) a Carla Accardi (1924)”