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I piani di Cattaneo per Terna

Saranno pari a 4,1 miliardi di euro gli investimenti che il gruppo Terna metterà in campo per i prossimi cinque anni “finalizzati alla sicurezza e all’ammodernamento della rete elettrica”. E’ quanto prevede il piano strategico 2013-2017, presentato dall’ad del gruppo, Flavio Cattaneo, e approvato dal cda che si è riunito oggi a Roma. L’ 83% degli investimenti sarà destinato allo sviluppo della rete, mentre circa 300 milioni saranno destinati alla realizzazione di sistemi di accumulo. Un impegno finanziario che sale a 7,9 miliardi guardando all’orizzonte di medio-lungo termine, cioè ai prossimi dieci anni.

Il piano ha come priorità quelle di incrementare la “capacità di interconnessione delle frontiere elettriche con l’estero e la riduzione delle congestioni interzonali, tra le zone di mercato o derivanti dall’utilizzo di impianti rinnovabili”. Per quanto riguarda invece le cosiddette attività non tradizionali, la strategia del gruppo permetterà “di consolidare una pipeline di circa 400 milioni di euro, sviluppando attività nell’ambito dell’ingegneria, dell’O&M e dell’housing di fibra ottica, a cui si potrebbero aggiungere ulteriori 900 milioni potenziali, attualmente non inclusi nelle previsioni di piano”.

Cattaneo ha sottolineato che il nuovo piano “continua ad avere obiettivi ambiziosi” e cioè “completare il rinnovo e il potenziamento della rete di trasmissione nazionale ed esplorare nuove opportunità di business in attività non tradizionali, in Italia e all’estero, che stanno già dando un loro importante contributo”.

L’ ad ha messo in risalto il buon momento che sta attraversando il gruppo, sottolineando che il 2013 sarà un anno positivo “nonostante il difficile scenario macroeconomico” e ha snocciolato i numeri degli investimenti: 6,5 miliardi di euro negli ultimi anni e quelli annui, nel triennio 2010-2012, quasi cinque volte superiori a quelli del 2005, anno di separazione dall’ex monopolista. “La società – ha rivendicato Cattaneo – ha fatto il suo dovere nonostante le difficoltà del Paese e, rispetto alla media europea, è stata la società che ha investito di più, recuperando un gap che ha permesso notevoli risparmi al sistema”.

L’ ad ha evidenziato che gli investimenti sono stati fatti “senza un euro di finanziamento pubblico o europeo”, ma “con i soldi del mercato” e “in un Paese dove per avere un’autorizzazione bisogna aspettare anni e dove ci sono rendite di posizione ben note e lungi dall’essere risolte”.

“Il messaggio che si può dare al Paese – ha proseguito – è che se uno lavora, fa bene il proprio dovere e non insegue lucciole o fantasiose conquiste, i risultati possono venire anche in Italia e questo è importante perché continuiamo a denigrare o a non considerare le opportunità che ci sono”. E in merito alla possibilità di penali a seguito delle osservazioni dell’Autorità per l’energia su 25 progetti del gruppo, Cattaneo ha replicato: “Il sistema esiste da anni: può essere incentivante o penalizzante. Per noi è sempre stato incentivante perché abbiamo sempre rispettato i tempi di esecuzione e di consegna: questi sono fatti, le altre sono parole. Ognuno faccia quello che ritiene opportuno, ma non è che la cosa ci spaventi più di tanto”.

La presentazione del piano è stata anche l’occasione per l’illustrazione dei dati che riguardano i ricavi e la struttura finanziaria. Per quanto riguarda il primo aspetto, Terna prevede che “l’aumento dei ricavi e il controllo dei costi si traducano in un’ulteriore crescita della profittabilità” e che l’ Ebitda margin superi l’80% alla fine del piano. Quest’ ultimo, per quanto riguarda il secondo punto, consentirà di ridurre di 600 milioni l’incremento dell’indebitamento finanziario rispetto al precedente piano (1 miliardo rispetto a 1,6 miliardi).

La struttura del capitale rimane solida: il rapporto tra indebitamento netto e Rab si manterrà inferiore al 60% in tutti gli anni del piano e si prevede che il rapporto tra indebitamento netto ed Ebitda migliori e scenda sotto le quattro volte alla fine del piano stesso. Per quanto riguarda i dividendi, il piano presenta una politica in linea con quella annunciata lo scorso anno: si prevede un dividendo base dalle attività tradizionali pari a 19 centesimi di euro per azione, a cui si aggiungerà il contributo delle attività non tradizionali.



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