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Cercasi tracce di dna equino in Ue

La Commissione europea si mobilita sul caso della presenza di carne equina nelle lasagne  e negli hamburger etichettati come contenenti carne di manzo e prevede una serie di controlli a tappeto che riguarderanno anche l’Italia. Il nostro Paese, che produce più carne di cavallo nell’Ue, è anche quello che effettuerà più test di tutti gli altri Stati membri, in seguito al piano proposto dalla Commissione europea a Bruxelles per rispondere allo frode scoperta in Gran Bretagna.

Il piano della Commissione, presentato a una riunione informale straordinaria dei ministri degli Stati membri coinvolti nella vicenda (l’Italia, che finora non ha avuto problemi, non era rappresentata), prevede che siano effettuati due diversi tipi di test in ciascun Paese dell’Ue nel prossimo mese: 2.500 test (di cui 200 in Italia) sui prodotti trasformati che secondo l’etichetta contengono carne bovina alla ricerca di eventuali tracce di Dna equino; e 4.000 test nei macelli equini alla ricerca del farmaco Fenilbutazone (un antinfiammatorio dannoso se introdotto nella catena alimentare) nella carne di cavallo commercializzata nell’Ue.

Di questi 4.000 test, 2.500 saranno effettuati sulla carne equina prodotta nell’Ue, e 1.500 in quella importata, principalmente da Canada (12.000 tonnellate all’anno), Messico (11.000 tonnellate) e Argentina (8.000 tonnellate).

Il consumo totale di carne equina nell’Ue è di 110.000 tonnellate all’anno. L’Italia, è dunque il principale produttore (18.000 tonnellate all’anno), seguita da Polonia (15.000 tonnellate) e Romania (10.000 tonnellate). L’Italia, che è anche uno dei maggiori consumatori (insieme a Belgio e Francia), è il Paese in cui verrà condotto il più alto numero di test alla ricerca del Fenilbutazone nella carne equina: 1.020. Il Paese al secondo posto per numero di test, 560, è il Belgio, altro grande consumatore, seguito dalla Francia con 430, Polonia con 410 e dalla Romania con 280.

I test sul Dna nei prodotti trasformati a base di carne bovina saranno invece 200 per ognuno dei grandi Paesi (Italia, Francia, Regno Unito, Germania) e anche per il Belgio e la Polonia, 190 per la Spagna e poi via via meno per i Paesi più piccoli.

La Commissione ha annunciato che pagherà 200 euro per test, e “fino alla metà” del costo di ciascun test. La spesa prevista è di circa 3 milioni di euro. Tutti i test potranno inoltre essere estesi per altri due mesi qualora fosse necessario a seguito dei risultati del primo mese.

Il piano sarà presentato come raccomandazione della Commissione al Comitato permanente Ue sulla catena alimentare, che si riunisce venerdì a Bruxelles, e in cui siedono e votano gli esperti di tutti governi degli Stati membri. Le proposte della Commissione nel Comitato permanente, di norma, possono essere respinte solo a maggioranza qualificata.



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