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Con chi Scaroni rinegozia i contratti con Gazprom

Eni “ha assunto per farsi rappresentare lo studio legale White & Case” per “un ciclo di negoziati straordinari per la modifica delle basi dei contratti a lungo termine” con il fornitore russo Gazprom. Lo riporta il quotidiano russo Vedomosti. Il Cane a sei zampe “già due volte ha chiesto sconti a Gazprom per un totale di 1,3 miliardi di dollari”, si legge su quotidiano, che entra nel merito delle mansioni del noto studio di avvocati: oltre alla consulenza e alla preparazione di pareri giuridici, il mandato dei legali comprende anche la rappresentanza di Eni in arbitrato, se necessario. Eni e Gazprom hanno rifiutato di commentare, riporta Vedomosti che cita fonti di stampa e la portavoce di White & Case.

Fino a poco tempo fa le uniche modifiche al contratto in questione riguardavano un taglio dei prezzi del gas. Ma – spiega Vedomosti – lo scorso autunno, l’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, ha annunciato la sua intenzione di voler rivedere il principio nei contratti di Gazprom: il cosìdetto “take or pay”, che obbliga l’acquirente a comprare un certo ammontare predefinito di gas anche se non viene ritirato tutto. In questi negoziati, Eni cerca un modo per cambiare la clausola “take or pay”, ha detto una fonte vicina al gruppo Gazprom.

Vedomosti rileva che le aziende italiane riducono gli acquisti di gas russo per il fatto che il mercato del gas locale è in declino. Ci sarebbe inoltre il rinnovo di forniture dalla Libia, spiega Vedomosti, definendo “improbabile” che Gazprom voglia applicare sanzioni a Eni, ma neppure sopprimere la clausola “take or pay”. Molto probabilmente – suggerisce il giornale – finirà con un ulteriore sconto: il rifiuto di questo principio porterebbe ad una ulteriore riduzione delle esportazioni verso l’Italia.

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