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Rafael Correa è favorito alle presidenziali in Ecuador

Il presidente Rafael Correa è favorito alle elezioni di domenica prossima in Ecuador, preparandosi così a rafforzare la “rivoluzione socialista” che ha garantito stabilità al Paese. Espressione della sinistra latino-americana e amico del presidente venezuelano Hugo Chávez, Correa appare in netto vantaggio rispetto ai suoi sette avversari per la guida del Paese.

“Non si tratta del progetto di un uomo solo, questa è una rivoluzione del cittadino. Dobbiamo renderla irreversibile”, ha detto nel suo ultimo comizio a Quito. In carica dal 2007, Correa, 49 anni, ha garantito stabilità a un Paese di 15 milioni di abitanti che aveva avuto sette capi di Stato in 10 anni ed è diventato popolare grazie ai programmi sociali finanziati con i profitti petroliferi del Paese. “La sua vittoria appare più che garantita. L’unica incertezza riguarda di quanto vincerà”, ha detto un analista politico, Marco Romero.

Dichiarato nemico delle politiche economiche neo-liberiste, Correa ha sfidato grandi imprese e gruppi editoriali, imponendo nuovi contratti alle aziende petrolifere e rinegoziando il debito nazionale, affermando allo stesso tempo il suo impegno contro la povertà.
Dopo essersi scontrato con i media privati, accusati di sostenere la rivolta di polizia e militari del 2010, il presidente ha vietato ai suoi ministri di avere rapporti con la stampa dell’opposizione. E sebbene si presenti come “difensore della libertà di espressione”, punta a emendare una nuova legge che regolamenti i media. Lo scorso anno, Correa ha irritato gli Stati Uniti concedendo asilo nell’Ambasciata dell’Ecuador di Londra al fondatore di WikiLeaks, Julian Assange.

Per essere riconfermato alla guida del Paese al primo turno, Correa deve ottenere la maggioranza dei voti oppure il 40% delle preferenze con un distacco di 10 punti dal suo avversario più vicino. Il suo partito, Alleanza Pais, cercherà invece di conservare la maggioranza al Congresso. Il principale avversario di Correa, il banchiere conservatore Guillermo Lasso, ha basato la sua campagna elettorale contro “l’autoritarismo” del presidente.



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