I mercati vogliono un’alleanza tra Bersani e Monti, l’unica capace di garantire il proseguimento della difficile strada delle riforme strutturali e della ripresa dell’eurozona. Un’eventualità già “benedetta” dalla banca americana Citigroup e attesa dal quotidiano finanziario Wall Street Journal.
Tuttavia, riuscirà questa eventuale coalizione di centrosinistra a garantire anche la stabilità di governo? A chiederselo sono gli analisti di Exane, società affiliata all’istituto francese Bnp Paribas.
Alleanza Bersani-Monti: uno scenario plausibile, ma potenzialmente instabile
Per la società francese lo scenario di base per il dopo-elezioni rimane una coalizione Bersani-Monti, che verrebbe incontro alle aspettative dei mercati e sarebbe la più auspicabile per intraprendere le necessarie riforme strutturali.
In campagna elettorale Monti si è posizionato più a destra che a sinistra ma gli analisti di Exane considerano questa come una mossa puramente elettoralistica, destinata solo a sottrarre quanti più voti possibili al centrodestra, mentre è altamente probabile che un’alleanza con il centrosinistra sia la via scelta subito dopo le elezioni.
Se, a seconda del risultato, anche da un accordo Bersani-Monti dovesse scaturire una coalizione debole, potrebbe essere necessario aprire a partiti minori. Tale scenario aumenterebbe il rischio di nuove elezioni, poiché la storia ha dimostrato che più la coalizione è ampia, più è debole.
Promesse di tagli alle tasse, ma non di soluzioni
Per la società francese, quasi tutti i partiti hanno promesso tagli fiscali con informazioni insufficienti su come debbano essere finanziati. Quel che è certo è che il Fiscal compact costringerà Italia a raggiungere il pareggio di bilancio il prossimo anno, il che rende non plausibili tagli fiscali non finanziati.
La spesa è rigida e difficile da tagliare senza una riforma del sistema di welfare, un’impresa difficile da realizzare. Un approccio pragmatico sarebbe quello di concentrarsi sulla riduzione dell’evasione fiscale (stimata in 150 miliardi di euro, circa il 10% del Pil) e dell’economia sommersa (275 mld di euro, il 17% del Pil).
Tra le priorità da individuare – secondo Exane – anche la realizzazione di programmi di privatizzazione per ridurre il debito pubblico, visto il costo degli alti tassi di interesse sopportati dall’Italia.
La nazione ha già un avanzo primario di bilancio, e il proseguimento dell’austerità prolunga semplicemente il rimborso improduttivo di interesse. Tuttavia risolvere questo problema potrebbe essere difficile nel breve termine.