Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Come uscire dalla recessione secondo Deutsche Bank

Quelle che erano nubi cariche di pioggia stanno lasciando lo spazio, nell’area euro, a un cielo nuvoloso, ma con qualche schiarita. A sostenerlo è un report del settore ricerche di Deutsche Bank, che afferma come un certo ottimismo stia facendo nuovamente capolino in tutto il mondo.

Un risicato aumento della fiducia

Anche nell’area euro, gli indici di fiducia hanno registrato un aumento da novembre in quasi tutti i paesi – per esempio l’indice Ifo in Germania, gli indici della capacità dell’acquisizione di beni e servizi, Pmi, e l’indice del clima economico della Commissione europea, Esi.

Il miglioramento, tuttavia, è arrivato partendo da una base di partenza molto bassa: nonostante la notizia di un forte aumento di 4 punti (tra ottobre 2012 e gennaio 2013), il livello dell’indice per l’intera zona euro è pari a 89 – e quindi è ancora molto lontano dalla sua media storica di 100.

 

Piccola crescita dal secondo semestre 2013

Indicatori negativi, al pari della produzione industriale, che non hanno mostrato alcun segno di miglioramento fino a oggi, si legge nel report.

Questo, però, è dovuto al fatto che gli indici di sentiment di gennaio 2013 sono già disponibili, mentre i dati sulla produzione industriale ad esempio, sono disponibili solo per il periodo che arriva fino a dicembre 2012.

Inoltre, gli sviluppi del sentiment avvengono un po’ in anticipo rispetto a quelli degli indici principali. Secondo Deutsche Bank ci si dovrà aspettare che la zona euro rimanga bloccata in recessione all’inizio dell’anno, con una graduale ripresa solo più tardi che dovrebbe portare a tassi di crescita lievemente positivi nel secondo semestre dell’anno.

 

Aumenta il divario tra gli Stati membri

Oltre l’attuale raggio di speranza, uno dei maggiori problemi da affrontare sarà il persistere di forti differenze tra gli Stati membri. Da un lato, ultimamente gli indicatori di fiducia sono migliorati sia nel paese con i più alti valori nel corso degli ultimi due anni (Germania) e nel paese con i valori più bassi (Grecia).

D’altra parte, tuttavia, si tratta di miglioramenti difficilmente comparabili; se l’indice tedesco è migliorato per avvicinarsi di nuovo alla sua media storica, quello greco è migliorato solo una volta toccato il fondo della media dell’eurozona.

Il cosiddetto “indicatore di divergenza” (la deviazione standard tra i livelli mensili degli indici di tutti i paesi membri della zona euro) è a un livello molto superiore agli anni precedenti la crisi, nonostante un lieve calo nel corso degli ultimi due anni

 

La ripresa che fa la differenza

Questo collima con i necessari sviluppi economici dell’eurozona: i paesi periferici, tra i quali l’Italia, in particolare – nonostante la lieve ripresa economica prevista attualmente – hanno ancora bisogno di apportare modifiche che necessiteranno di un certo numero di anni per produrre effetti e che rallenteranno la crescita. Proprio nelle scorse ore pare che l’Ue, attraverso una lettera del commissario per gli affari economici Olli Rehn inviata ai ministri finanziari dell’eurozona e in copia al governatore della Bce Mario Draghi, abbia comunicato la possibilità per i paesi in difficoltà che abbiano dimostrato un concreto impegno nel risanamento dei loro conti pubblici, di usufruire di un allungamento dei tempi per rientrare dal deficit. Un atto di indirizzo ancora poco chiaro, ma che rende bene l’idea di quanta poca unanimità ci sia riguardo il budget pluriennale dell’Ue, approvato a Bruxelles dei capi di Stato e di governo.

 

L’egemonia tedesca si rafforza

In Germania, invece, non c’è bisogno di un’azione acuta né nel settore pubblico che nel privato. Con una crescita media annua del Pil di 1/4%, l’economia tedesca nel 2013 dovrebbe crescere più velocemente rispetto alla media della zona euro (- 1/4%) – come è avvenuto negli ultimi anni.

×

Iscriviti alla newsletter