Skip to main content

Beppe Grillo ha pescato più dal Pdl che dal Pd. Parola di Swg

Il confronto tra due Italie, non più sulla trincea che opponeva nel 2008 il centrosinistra al centrodestra, ma “lungo la linea cambiamento-appartenenza”. E’ questa l’analisi del voto e dei flussi elettorali svolta dall’istituto demoscopico Swg nel rapporto “L’Italia che vota”.

“Una parte del paese, un quarto, ha lasciato le vecchie appartenenze e ha scelto di mandare un segnale di cambiamento. Si tratta, rispetto al 2008, di un terzo degli elettori del centrosinistra e il 27-28% degli elettori del centrodestra. L’altra parte del Paese, quella maggioritaria (circa il 60% degli elettori), ha scelto di continuare a votare per appartenenza”.

Questa parte, spiega il documento, “ha dato il proprio voto al partito e alla coalizione cui si sente strutturalmente e ancestralmente legato. In questa dinamica non incontriamo un voto convinto, ma un moto inerziale: il perpetuarsi in un comportamento elettorale anche se l`adesione è carica di delusioni e disincanti”.

Secondo Swg l’ascesa di Grillo, “non è casuale, ma si è costruita nel tempo ed è il frutto di due processi: è il portato della mancanza di rinnovamento e di offerta politica delle due grandi coalizioni; è il contenitore che sa accogliere, al contempo, la rabbia antisistema degli elettori di centrodestra e la spinta radicalizzata che aleggia tra il popolo di centrosinistra”.

Secondo Swg “il movimento di Grillo riporta al voto più di 3 milioni di astenuti e intercetta gli elettori delusi dai due schieramenti in misura quasi equa (7-8% di voti validi da ciascuno). La delegazione più numerosa è quella degli ex-Pdl”.

Rispetto alle elezioni europee del 2009 il voto al M5S “proviene al 37% da astenuti, al 30% dal centrosinistra (11% Pd, 12% Idv, 7% altri), al 27% dal centrodestra (18% Pdl, 8% Lega, 1% altri), al 6% da altri”.



×

Iscriviti alla newsletter