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Il Caymano Lew

Come da attese, Jack Lew, il candidato scelto da Barack Obama per diventare prossimo Segretario al Tesoro americano, è stato messo sotto il torchio della commissione Finanze del Senato non solo per la manciata di anni trascorsi in Citigroup (dal 2006 all’inizio del 2009) ma anche – e soprattutto – per l’investimento fatto niente meno che nel paradiso fiscale delle isole Cayman tra il 2007 e il 2010.

I Repubblicani sul piede di guerra hanno chiesto lumi su un fondo d’investimento per dipendenti della banca chiamato Citigroup Venture Capital International Growth Partnership II. Stando ai documenti depositati alla Securities and Exchange Commission – la Consob americana – l’indirizzo a cui tale fondo faceva riferimento è “South Church Street, Ugland House, Georgetown, Grand Cayman, Cayman Island”.

La domanda – lecita – tra i membri della commissione è stata: come spiegare che l’uomo scelto proprio dal presidente per gestire le finanze degli Stati Uniti abbia a che fare con paradisi fiscali? Tanto più che il palazzo “Ugland House” coincide con quello che Obama aveva definito in un discorso del 2009 come “il più grande simbolo dell’evasione fiscale della storia”.

La risposta l’ha fornita lo stesso Lew: “Al tempo in cui investii sapevo che si trattasse di un fondo internazionale. Conoscevo molto del personale che lavorava per esso e che aveva sede a Londra. Non sapevo, all’epoca, quale fosse l’indirizzo del fondo”. Come spiegato ampiamente in tre occasioni passate davanti al Senato e sottolineato nel fine settimana dalla Casa Bianca, Lew ha ribadito di “avere riportato nella denuncia dei redditi gli incassi legati al fondo. Ho pagato tutte le tasse necessarie”. Lew ha anche aggiunto di avere “perso denaro con quell’investimento”.



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